Comune in dissesto, l’inchiesta si allarga: indagine sull’amministrazione Ferrara 

Ora il pm vuole conoscere gli stipendi percepiti dal sindaco e dall’assessore al bilancio fino alla dichiarazione di default Nei mesi scorsi erano già stati chiesti i dati relativi all’ex primo cittadino e alla consiliatura in carica dal 2015 al 2020

CHIETI. Si allarga l’inchiesta aperta dalla Corte dei conti per individuare i responsabili del dissesto economico-finanziario del Comune di Chieti. Ora sotto la lente d’ingrandimento del sostituto procuratore generale Maria Ciani è finita anche l’attuale amministrazione guidata da Diego Ferrara. In municipio, infatti, è arrivata un’ulteriore richiesta di documenti e informazioni. Più nello specifico, il pm contabile vuole conoscere «l’importo mensile lordo» percepito sia dal sindaco che dall’assessore al bilancio, ovvero Tiziana Della Penna, dal 1° gennaio 2021 al giugno 2023. Entra nel vivo, dunque, il fascicolo per fare chiarezza – quantomeno a livello erariale – sul maxi buco che ha trasformato il capoluogo teatino nella città più indebitata d’Abruzzo con un disavanzo di 78 milioni di euro.
IL CONTESTO
Ferrara ha alzato bandiera bianca lo scorso 22 giugno, quando è stato dichiarato il default. Ma ha sempre affermato di averlo fatto per via della situazione economico-finanziaria che ha trovato al momento del suo insediamento a palazzo di città. L’ultima Pec recapitata dalla Corte dei conti è un’integrazione al procedimento nell’ambito del quale, nello scorso mese di febbraio, lo stesso sostituto procuratore Ciani ha firmato un primo decreto istruttorio ritenendo che dalla dichiarazione di default potessero emergere «fatti da esaminare sotto il profilo della configurazione di possibili ipotesi di responsabilità amministrativo-contabile». Da qui, la necessità di «acquisire elementi utili alla ricostruzione storica e documentale di fatti e circostanze concernenti gli episodi denunciati, ove del caso anche a favore dei presunti responsabili».
PRIMA FASE DELL’INDAGINE
In prima battuta, dunque, sono stati accesi i fari su chi ha amministrato la città dal 2015 al 2020. Ecco perché sono stati chiesti una serie di informazioni e dati relativi a stipendi e gettoni della passata consiliatura: dall’allora sindaco Umberto Di Primio agli assessori che hanno avuto l’incarico al ramo, dai consiglieri di maggioranza che hanno votato il bilancio ai revisori dei conti.
IL NUOVO FRONTE
Adesso la Corte dei conti ha deciso di allargare ulteriormente il campo delle verifiche.