Bimbo di un mese muore dentro casa 

Il piccolo ha smesso di respirare nel letto dei genitori. Sul posto 118 e polizia: trovate tracce di sangue, disposta l’autopsia

PESCARA. Il fiocco azzurro è ancora lì che penzola sulla porta d’ingresso dell’appartamento al terzo piano di via Basento, nel cuore di San Donato. Il piccolo avrebbe compiuto un mese tra qualche giorno, il 9 maggio, tra la gioia dei giovanissimi genitori poco più che ventenni e dei tre fratellini. E invece la sua vita si è spezzata ieri mattina intorno alle 10 mentre dormiva nel lettone. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte dei medici del 118, tra la disperazione della mamma e del papà che diventava sempre più lacerante minuto dopo minuto.
Le cause della morte prematura del neonato sono tutte da accertare. Il pubblico ministero di turno Luca Sciarretta ha disposto l’autopsia ed è stato incaricato anche un consulente tecnico per capire i motivi del decesso, anche perché sul giaciglio dove era adagiato il lattante i soccorritori hanno trovato tracce di sangue e hanno subito allertato la sala operativa della questura. A lanciare l’allarme è stata la madre del neonato che si è accorta che il piccolo non dava più segni di vita e ha prima chiesto aiuto a una vicina di pianerottolo e subito dopo ha preso il telefono per chiamare l’ambulanza. Il personale sanitario del 118 si è trattenuto a lungo nella camera da letto della casa popolare di via Basento, provando in tutti i modi a rianimare il bimbo, ma purtroppo non c’era più nulla da fare e i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto è arrivata anche la polizia, con le pattuglie della Volante e della Mobile che hanno immediatamente avviato gli accertamenti del caso. Tutte le ipotesi sono al momento al vaglio: se si sia trattato della sindrome della morte in culla, se il bimbo sia stato colpito da un malore, un soffocamento causato da un rigurgito o addirittura uno schiacciamento, paventando quindi una eventuale responsabilità involontaria degli adulti che erano con lui. Da un primo esame visivo sul corpicino della vittima non sembrerebbero esserci ferite o segni di violenze, ma qualche dettaglio in più potrà emergere solo dall’autopsia che sarà svolta all’inizio della prossima settimana.
«È una tragedia, un’assurda fatalità», commentano a mezza bocca i familiari della coppia che per tutta la giornata di ieri non hanno lasciato mai soli i due genitori e gli altri tre fratellini del piccolo. Una famiglia apposto, dice la gente del quartiere. La coppia con i figli abitava non da molto in quell’appartamento nella palazzina in mattoncini rossi di San Donato, a poca distanza dalla sede dell’Avis, gestendo per qualche mese anche un circolo. Una famiglia distrutta dal dolore, rintanata nella casa popolare al terzo piano di via Basento per piangere tutte le sue lacrime, circondata dall’affetto di amici e familiari.
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