Picchia e insulta un cittadino Il vice comandante dei vigili rischia di finire a processo 

Giancaterino registrato e denunciato da un artigiano. Nei guai anche un agente Dopo la lite, l’ufficiale lo riaccompagnò all’auto proponendogli una pizza insieme

PESCARA. Rischia di finire sotto processo per violenza privata, lesioni personali e danneggiamento, l’attuale vice comandante della polizia municipale di Pescara, il tenente colonnello Massimiliano Giancaterino.
La procura di Pescara, con il pm Anna Benigni, ha formalizzato l’avviso di conclusione delle indagini che è il preludio alla richiesta di rinvio a giudizio.
L’ufficiale, ex sindaco di Farindola (coinvolto quale imputato nel processo Rigopiano e poi assolto), si sarebbe reso responsabile di un episodio ai danni di un cittadino che aveva fermato quella pattuglia per chiedere se il parcheggio fosse consentito in quel posto di via Italica, davanti al cancello di un’abitazione privata dove non c’era nessun segnale e dove aveva avuto una discussione con il proprietario. Secondo l’accusa, alla fine il cittadino sarebbe stato insultato e picchiato da Giancaterino senza motivo.
L’ufficiale, prima di rispondere, gli chiedeva i documenti e dopo l’insistenza dell’utente che gli sollecitava una risposta, lo afferrava per un braccio, lo portava in un vicolo adiacente e gli diceva, bloccandolo con un braccio alla gola: «Ti trito come il sale fino, pezzo di merda, bastardo», per poi sferrargli due pugni allo stomaco, così come riportato nell’imputazione, dicendogli «ora andiamo in centrale per l’identificazione, ti metto i braccialetti e poi ti porto a San Donato». Un accompagnamento al comando ritenuto illegittimo dal magistrato. Poi, gli altri due agenti della municipale presenti (uno dei quali indagato per false informazioni al pm), caricavano sull'auto di servizio l'uomo e lo portava al comando, ufficialmente per procedere alla sua identificazione.
Ma l’artigiano che in quel luogo stava lavorando come piastrellista, ha avviato la registrazione sul del suo telefonino, dopo aver chiamato il 113 per denunciare quelle violenze. Al comando l’aggressività dell’ufficiale non si è placata e il cittadino sarebbe stato picchiato con schiaffi e un pugno che gli ha rotto anche gli occhiali: sequenze registrate in audio e acquisite dalla procura.
Il pm, dopo aver ascoltato tutti i testi a disposizione, ha chiesto la misura cautelare di sospensione dal lavoro per Giancaterino: misura che, dopo l’interrogatorio di garanzia, è stata però rigettata.
Durante l’interrogatorio è stata riascoltata quella registrazione, al termine della quale l’ufficiale si è scusato con il giudice per quella reazione fuori luogo. Ma già quando i due agenti si erano allontanati dall’ufficio di Giancaterino, dove si trovava l’aggredito, l'ufficiale, forse resosi conto della gravità dei fatti, aveva cambiato atteggiamento, cercando di recuperare: offrendo un caffè al piastrellista e invitandolo prima a scambiarsi il numero di telefono, proponendogli di uscire insieme con le rispettive mogli una sera per una pizza, e poi riaccompagnandolo con l’autovettura di servizio e salutandolo con un abbraccio.
Ma la denuncia presentata il giorno dopo, e soprattutto quella registrazione fatta con il cellulare, hanno poi fatto partire l'inchiesta.
Nei rispettivi telefoni è stato rintracciato lo scambio di numeri a sostegno della bontà delle dichiarazioni del piastrellista. Così come dalle telecamere del comando è stato possibile accertare che Giancaterino riaccompagnò l’uomo con la sua autovettura. E l’attendibilità della parte offesa è stata evidenziata nella richiesta di misura cautelare quando, rimasto solo con Giancaterino, l’uomo dichiarò che non ci furono altre violenze, mentre avrebbe potuto, se animato da intento ritorsivo per quanto subito dall’ufficiale, aggiungere altri particolari violenti senza paura di venire smentito, visto che non vi erano più testimoni.
La procura ha fatto ricorso contro la mancata adozione della misura cautelare, che è stata comunque rigettata proprio sulla scorta che si è trattato di un singolo episodio, così come aveva sostenuto il gip Mariacarla Sacco. Adesso, se non ci saranno richiesta difensive, la procura procederà alla richiesta di processo.
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