Mantini: L’Aquila e la città, grande amore L’ex Feola: sarebbe bello allenare il Chieti 

La mezzala rossoblù alla vigilia del derby con il Notaresco (diretta tv su Rete8): «Il pubblico ci ha dato entusiasmo» Il tecnico del Matese (già retrocesso) ritrova i colori neroverdi: da calciatore è stato uno dei perni dal 1989 al 1993

CHIETI. «A Chieti ho vissuto quattro anni stupendi. I più belli della mia carriera. Un giorno spero di tornare». Vincenzo Feola è il grande ex della sfida di domani con il Matese (ore 15, diretta sul sito di Rete8).
L’ex terzino neroverde è l’allenatore della squadra campana, già retrocessa in Eccellenza. La presenza di Feola sulla panchina del Matese è uno dei motivi più interessanti di una partita, l’ultima di campionato, che vale più per le statistiche che per altro. Non solo per i biancoverdi, ma anche per il Chieti, le cui speranze di raggiungere i play off sono ridotte al lumicino: serve una vittoria a Piedimonte Matese e sperare che il Roma City perda in casa con il già retrocesso Vastogirardi e che Senigallia e Atletico Ascoli non vincano. Per Feola, che ha collezionato oltre 100 presenze e 9 gol in neroverde dal 1989 al 1993 ed è stato tra i protagonisti della promozione in C1 nel 1990-1991, ritrovare il Chieti, pur se da avversario, è sempre un’emozione speciale. «Far parte della storia di questa società è un orgoglio», dice Feola. «Eravamo un gruppo meraviglioso con Morganti, Presicci, De Amicis, Pagliari, Sgherri. Ci sentiamo e vediamo ancora oggi. Avevo un rapporto straordinario con il patron compianto Mancaniello e Garzelli e ce l’ho tutt’ora con la città e i tifosi. Ho tanti ricordi, uno su tutti che va oltre la vittoria del campionato. Venivo da un crociato rotto e l’anno dopo, alla mia prima apparizione dopo l’infortunio, in una gara di Coppa all’Angelini con il Francavilla mi alzai dalla panchina e sentii un boato di tutto lo stadio che mi applaudiva. Da brividi. Il tempo non ha cancellato un’esperienza indimenticabile».
Oggi Feola, 56 anni, allena il Matese. È arrivato a febbraio quando la classifica era già compromessa. «Sapevo che la situazione era difficile, ma ho accettato per una questione di riconoscenza verso Piedimonte Matese», spiega l’ex terzino neroverde. «Qui ho studiato cinque anni e fu il custode del campo di Piedimonte Matese, 40 anni fa, a portarmi a un provino con la Casertana, che poi mi prese e mi lanciò. La squadra con me ha fatto anche di più di quello che poteva. Ora ho chiesto di chiudere con dignità e di salvare almeno la faccia. Dispiace per il Chieti perché non merita di stare in queste categorie. La D è un campionato a parte dove vince solo la prima. Bisogna avere risorse e programmazione». Feola non nasconde il desiderio di allenare il Chieti. «Mi piacerebbe, eccome», risponde il tecnico campano. «In passato ci sono stati diversi abboccamenti, l’ultimo anche nella prima parte di stagione prima dell'arrivo di Iezzo. Vedremo in futuro». A Chieti il futuro è tutto da scrivere.
Giammarco Giardini
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