Parte il Giro d’Italia, tutti contro Pogacar 

Lo sloveno è il grande favorito, daranno battaglia Bernal, Roglic e Thomas. Caruso: «Sulla carta partiamo tutti battuti, ma...»

TORINO. Le colline di Torino, Superga e la Maddalena, promettono un avvio del Giro d'Italia tutt'altro che scontato, nella tappa che parte oggi poco prima delle 14 dalla Reggia di Venaria. Non una cronometro, quindi, ma 140 chilometri con una salita di terza categoria e una di seconda. Alla vigilia del primo arrivo da brividi, ai 1.142 metri di Oropa (Biella), praticamente all'unanimità, c'è un predestinato a vestire la maglia rosa il 26 maggio a Roma: lo sloveno Tadej Pogacar, che la corsa rosa non l'ha mai fatta e vorrebbe prendersela subito, per farne poi un'accoppiata con il Tour che, invece, ha già conquistato due volte. «Sulla carta partiamo tutti battuti, ma tre settimane di corsa sono piene di variabili e incognite: non dobbiamo lasciarci sfuggire le occasioni di mettere Pogacar in difficoltà», è l'incoraggiamento di Damiano Caruso, l'ultimo italiano a salire sul podio, secondo nel 2021 al Giro vinto dal colombiano Bernal. A far saltare il pronostico, pur sapendo che sarà dura, ci proverà anche il 38enne britannico Geraint Thomas, secondo l'anno scorso alle spalle dello sloveno Roglic; tenteranno l'impresa 'impossibile’ anche il francese Romain Bardet, l'australiano Ben O’ Connor. Gli italiani in gara sono poco più di 40, tra loro anche Domenico Pozzovivo, al suo diciottesimo (e ultimo) Giro. A 41 anni è la chioccia per i giovani della Bardiani, l'unica squadra tutta italiana, che punta su Giulio Pellizzari e Alessandro Tonelli. «Tre settimane di corsa sono lunghe, ma sono tranquillo», si schermisce Pellizzari, «alla classifica generale ci penserò tra un paio di anni, voglio vivere il Giro tappa per tappa, cercando di combinare qualcosa di buono». E se Pogacar preferirebbe restare sotto traccia nella tappa d'esordio, c'è chi vorrebbe subito fare il colpaccio. Tra questi Filippo Ganna: «Sulla carta», dice il recordman dell'ora, «la Venaria-Torino non è difficilissima, ma poi può succedere che anche una pendenza al 2% metta in crisi... Comunque sono pronto, concentrato sul Giro, alle Olimpiadi ci penserò più avanti quando sarò il momento». Mancherà per il secondo anno di fila il chietino Giulio Ciccone: l’anno scorso il Covid, quest’anno un infortunio gli hanno impedito di correre la corsa rosa. Un altro esordiente al Giro, il francese Julian Alaphilippe mette nel mirino la prima maglia rosa: «La tappa d'esordio mi si addice, proverò a vincere anche perché la tappa del giorno dopo, con l'arrivo a Oropa, è troppo dura per le mie caratteristiche». Per gli sprinter la prima occasione dovrebbe arrivare nella terza tappa, l'ultima tutta in Piemonte, da Novara a Fossano (Cuneo): «A questo Giro», dice il belga Tim Merlier, compagno di squadra di Alaphilippe, «ci sono tanti velocisti, quindi avrò molti rivali e la partenza della corsa è difficile». Si alza il sipario, dunque, sull'edizione numero 107 della corsa rosa: «L'auspicio è che sia una battaglia, una sfida aperta, il Giro è sempre amato, ne porteremo il racconto in un tour mondiale per convincere sempre più televisioni a trasmetterlo», spiega Paolo Bellino, amministratore delegato di Rcs sport, «e quest'anno, oltre alla novità del Fantagiro, ci sarà una nuova grafica, che coinvolgerà tutti i 500 comuni attraversati dalla corsa».
Angelo Caradonna