Cento posti a rischio al call center Il governo promette un incontro 

L’impegno assunto dal sottosegretario Bergamotto in occasione della riunione tenuta in prefettura Lo spettro dei licenziamenti dopo lo stop al mercato tutelato dell’energia, le Rsa sollecitano interventi

L’AQUILA. Un tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy, per tentare di salvaguardare il perimetro occupazionale. È l’impegno preso dal sottosegretario Fausta Bergamotto nella riunione in prefettura dedicata alla vertenza dei 100 operatori del call center Tecnocall che rischiano il licenziamento in seguito alla chiusura del mercato tutelato dell’energia. Secondo le Rsa, si tratta dell’unica nota positiva di un incontro definito interlocutorio, tenutosi lunedì scorso alla presenza dei ministeri coinvolti (Mise, Mase, ministero del Lavoro), della Regione, del Comune dell’Aquila, delle aziende Tecnocall e Acea. «L’azienda», hanno spiegato le Rsa, «ha sottolineato che per ora la situazione risulta essere sotto controllo, anche grazie all’istituto della cassa integrazione in deroga, ma che al termine di essa, qualora non ci siano possibilità di riqualificare il personale, la situazione potrebbe degenerare. Per scongiurare la perdita dei posti di lavoro ha ribadito la necessità di un intervento da parte della istituzioni per la risoluzione della vertenza». Nel corso della riunione in prefettura i ministeri, insieme a Comune e Regione, si sono resi nuovamente disponibili a trovare una soluzione condivisa, «ma si è trattato», hanno sottolineato le Rsa Tecnocall, «dell’ennesimo incontro interlocutorio, senza sostanziali decisioni. Unica nota positiva deriva dalla volontà del sottosegretario Bergamotto di organizzare per i primi dieci giorni di maggio un tavolo al Mimit con i ministeri competenti, i player vincitori delle aste delle Stg e Arera al fine di proporre delle strategie per la salvaguardia del perimetro occupazionale». Le Rsa hanno stigmatizzato la posizione di Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, «che continua a non capire quali siano le posizioni sindacali e chiaramente si dice non pronta a ottemperare nei termini stabiliti alle prescrizioni dell’articolo 14 comma 4 del dl 181/2023 convertito il 2 febbraio 2024». La vertenza coinvolge 1.500 lavoratori in tutta Italia: il passaggio dal mercato tutelato dell’energia a quello libero non salvaguarda l’attuale personale dei contact center impiegato nel servizio agli utenti, dopo che il governo ha cancellato l’applicazione della clausola sociale.