L’eliambulanza cerca basi vicino agli ospedali

Il servizio di elisoccorso fa parte della rete emergenza-urgenza da ristrutturare in coincidenza con le chiusure dei Punti nascita, ma le cose da fare sono tante...

L’AQUILA. Oltre 7-8 milioni di euro di investimento iniziale sulla rete emergenza – urgenza e un protocollo operativo per il servizio di elisoccorso. È questa la contropartita che la Regione e le quattro Asl mettono in campo in un momento in cui il governo, attraverso il ministro Lorenzin, chiede di affrontare il percorso di razionalizzazione dei presìdi ospedalieri territoriali.

L’obiettivo primario è garantire la massima comunicazione tra i circa 800 operatori sanitari che lavorano nell’area critica: postazioni 118, Anestesia, Rianimazione, strutture di Pronto soccorso. Un’urgenza che si rende necessaria anche a causa dell’imminente chiusura dei reparti di maternità (Punti nascita) dei presìdi minori. Scelta che obbliga le strutture a dotarsi di un corridoio sanitario efficace.

Si parla dell’introduzione di 4-5 nuove ambulanze, attrezzate anche ad assistere le partorienti e soprattutto si parla del potenziamento del servizio di elisoccorso.

Attualmente, il servizio ha due basi operative, quella dell’Aquila, che fa riferimento all'aeroporto dei Parchi e quella di Pescara che lavora in stretto contatto con l’aeroporto d’Abruzzo, sin dal 1998. Qiui da anni è al lavoro un elicottero tipo Agusta A109S della società Inaer helicopter Italia , il velivolo è pronto a decollare in 5 minuti su chiamata delle centrali operative di Pescara, Teramo e Chieti. La base operativa del capoluogo, invece, serve l’intera provincia il cui territorio è particolarmente esteso e variegato.

«Il comitato di emergenza-urgenza si è occupato di recente del monitoraggio delle elisuperfici a servizio degli ospedali abruzzesi», spiega Alfonso Mascitelli, medico ed ex senatore dell’Idv, commissario all'Agenzia sanitaria regionale: «l’obiettivo è ora di capire come orientare gli investimenti».

La Regione, attraverso la Asl capofila, quella di Pescara, ha predisposto un (pre)bando di gara relativo al servizio elisoccorso. Di fatto, gli addetti ai lavori hanno sentito il bisogno di ascoltare tutti gli operatori del settore. Tecnicamente si chiama "manifestazione di interesse". In parole povere, come viene spiegato su Helipress, testata di settore, è come se la Regione dicesse: noi abbiamo scritto questo bando di gara, si parla di Elisoccorso, di emergenza sanitaria, di piazzole ed elicotteri, voi che ci lavorate o li costruite che ne dite? Che ne pensate? Avete suggerimenti? Proponete correzioni?

La situazione di partenza non è certo delle più rosee. Pochi ospedali sono dotati di elisuperfici interne, come L’Aquila, Avezzano, Teramo, Pescara e Lanciano. In vari casi, come Sant’Omero, Atri e Castel di Sangro, per l’elisoccorso si ricorre a un campo sportivo nei pressi del presidio sanitario. A Vasto viene sfruttato il campo volo, mentre a Giulianova e Ortona si atterra nei pressi del porto, con tutto quello che ne consegue in termini di trasferimenti e sicurezza.

E poi c’è la questione relativa alle omologazioni: a Teramo e Pescara sono state ravvisate irregolarità e non tutti i velivoli possono atterrare, per una questione di peso da mettere a norma. Sulla palazzina che ospita l’eliporto in via Paolini, a servizio dell’ospedale Spirito Santo, grava un contenzioso da 400 milioni di euro tra Comune di Pescara e Asl. Nodi da sciogliere se si vuole pensare di attivare un servizio di elitrasporto notturno. «In tal caso», spiega Claudio D’Amario, manager della Asl del capoluogo adriatico, «bisogna puntare al rinnovo del parco mezzi e delle postazioni di atterraggio, con una illuminazione in grado di consentire la navigazione a vista». Una delle ipotesi al vaglio è quella di bandire una maxi-gara da 60 milioni. «Una spesa di questo tipo», valuta tuttavia l’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, «richiede un’analisi sui costi-benefici, a partire dalla possibilità di ammortizzare o meno l’investimento: la stima delle chiamate sul volo notturno deve giustificare i costi».

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