Accusato di maltrattamenti torna a casa: «La moglie ha mentito»

CHIETI. La moglie lo aveva accusato di gravi episodi di maltrattamenti in famiglia: botte, offese, minacce di morte. Ecco perché, nei suoi confronti, era scattato l’allontanamento da casa con...

CHIETI. La moglie lo aveva accusato di gravi episodi di maltrattamenti in famiglia: botte, offese, minacce di morte. Ecco perché, nei suoi confronti, era scattato l’allontanamento da casa con contestuale divieto di avvicinamento alla donna e ai sei figli. Ma, ieri mattina, il giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis ha firmato l’ordinanza di revoca della misura cautelare: l’uomo di 52 anni, difeso dall’avvocato Mauro Faiulli, può tornare nella sua abitazione. Il motivo? La presunta vittima potrebbe aver mentito.
«La diversa chiave di lettura fornita nell’interrogatorio dell’indagato», scrive il gip, «e i significativi riscontri forniti dalla difesa rendono plausibile il costrutto difensivo che si tratti di accuse strumentali e forse anche calunniose, finalizzate a risolvere con modalità improprie i contrasti relativi alla crisi del rapporto coniugale e i conseguenti rapporti della famiglia». L’indagato è stato “scagionato” da alcuni post e foto pubblicati dalla donna sui social network e da documenti prodotti dalla difesa. «In presenza di tali elementi di dubbio», è la conclusione del giudice, «il quadro indiziario a carico dell’indagato non risulta più idoneo a sostenere una prognosi di condanna e necessita di approfondimenti, anche ai fini delle scelte sull’esercizio dell’azione penale».
Le accuse della donna nei confronti del 52enne erano state molto pesanti. «La nostra convivenza», aveva raccontato, «non è mai stata facile. Con il tempo, però, i litigi quotidiani si sono trasformati in insulti, violenze fisiche e minacce. Finora non ho denunciato nulla per salvaguardare i miei figli. Vengo offesa anche in presenza dei bambini che, a loro volta, vivono nel terrore perché il padre non fa altro che dire che farà intervenire un assistente sociale per farli portare in un istituto. Chiaramente loro, vista la giovane età, non sono in grado di comprendere se il genitore abbia o meno il potere di decidere un eventuale allontanamento dalla casa familiare, per cui vivono queste affermazioni come vere e proprie minacce». Ma, per il giudice, è probabile che si tratti solo di calunnie. (g.let.)
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