Al fianco di Andreotti e Gaspari così arrivò ai vertici della politica
CHIETI. Dal municipio di Casoli fino al Parlamento e agli incarichi di governo. La storia di Germano De Cinque è quella di una scalata alla politica. Nacque a Casoli nel giorno di Santo Stefano: era...
CHIETI. Dal municipio di Casoli fino al Parlamento e agli incarichi di governo. La storia di Germano De Cinque è quella di una scalata alla politica. Nacque a Casoli nel giorno di Santo Stefano: era il 1935. Il suo destino di uomo politico era già scritto nell’impegno dei suoi parenti: il padre Giorgio, medico, e il nonno Esculapio, notaio, furono entrambi sindaci di Casoli e il prozio Ferdinando, fratello minore di Esculapio, fu deputato. Laureato in giurisprudenza, De Cinque cominciò la sua carriera politica nel 1954 quando, in un’Italia divisa in due, si iscrisse alla Democrazia Cristiana: in poco tempo, il primo incarico da responsabile giovanile per la provincia di Chieti. Il primo passo di una lunga carriera. Il secondo fu l’elezione a consigliere comunale di Casoli: per la prima volta, nel 1960 e, confermato fino al 1978. Dal 1960 al 1964 De Cinque guidò Casoli da sindaco. Nel 1964 l’ingresso in Provincia, a Chieti: fu assessore agli affari legali e alla pubblica istruzione. Nel 1970, un altro passo: divenne presidente della provincia. Tra le cariche ricoperte anche quella di presidente del Consorzio di Bonifica Sangro-Aventino e consigliere dell’Ente Fucino.
Nel 1976 la svolta: eletto alla Camera, entrò in Parlamento e fu rieletto nel 1979. Successivamente si candidò al Senato dove rimase per tre legislature fino al 1992. Le foto con Giulio Andreotti, Giovanni Spadolini e Remo Gaspari raccontano una politica che non c’è più. Negli anni Novanta, De Cinque ricoprì l’incarico di sottosegretario al ministero di Grazia e Giustizia nel governo Amato I (1992-1993) e al ministero dell’Industria nel governo Ciampi (1993-1994). Nel 1994 la decisione di lasciare politica attiva per dedicarsi interamente all’attività di notaio e avvocato a Chieti.
Negli ultimi mesi, un’altra battaglia con gli altri ex parlamentari abruzzesi per dire no al taglio dei vitalizi: l’ultimo incontro proprio nella sala del consiglio provinciale, la stessa che oggi, dalle 9.30, ospita la sua camera ardente.