«Basta con questa giustizia fai-da-te»
Bottiglia di pomodoro scagliata contro un’assistente sociale: solidarietà alla donna. Il sindaco: denuncio l’autore del gesto
VASTO. Le immagini delle mura e dei documenti imbrattati nell’ufficio della tutela minori dei servizi sociali del Comune hanno destato sgomento fra i cittadini e la rabbia del sindaco Francesco Menna. «Ho deciso di denunciare la persona che ha lanciato la bottiglia di pomodoro contro un’assistente sociale (dipendente di una cooperativa a cui il Comune ha affidato i Servizi sociali, ndc). Un gesto violento che non può essere giustificato. È ora di tornare a vivere nella legalità», dice Menna. «Le assistenti sociali non si divertono a portare via i bambini alle famiglie. Se è accaduto, ci deve essere un motivo e il comportamento di quel padre non racconta un carattere tranquillo». La denuncia del sindaco si aggiunge a quella dell’assistente sociale vittima del lancio di pomodoro. Le sue colleghe esprimono indignazione su facebook. Renata Ciantra accusa anche la stampa di minimizzare un episodio grave e pericoloso ricordando l’impegno quotidiano degli operatori dei servizi sociali a fronteggiare episodi di violenza. L’autore del gesto non è pentito e annuncia che le sue motivazioni saranno rese note.
Alessandra Cappa, avvocato e consigliere di minoranza chiede all’amministrazione comunale di trovare un sistema per meglio tutelare chi svolge un lavoro delicato come quello delle assistenti sociali. «Ci troviamo nuovamente davanti ad un caso di giustizia fai-da-te. È un concetto terrificante già vissuto purtroppo drammaticamente a Vasto. Un fenomeno sociale che va fermato. Chi svolge un lavoro delicato come quello degli assistenti sociali deve poter lavorare in serenità per operare meglio. Serve quindi innanzitutto una sede più adeguata e sicura», afferma Alessandra Cappa.
La necessità di trovare una forma più adeguata di tutela per chi opera nel sociale è espressa anche dal consigliere comunale Francesco Prospero. «Il lavoro di un assistente sociale è delicatissimo. La tutela minori ancora di più. Chi gestisce situazioni critiche e delicate deve poter avere la serenità per farlo al meglio senza temere ritorsioni e punizioni. Nel condannare senza mezzi termini ogni forma di violenza ritengo si debba trovare una soluzione per proteggere l'incolumità fisica e psicologica di chi opera nel sociale. È un lavoro che impegna a 360°. Gli operatori vanno difesi e protetti», dice Prospero. L’assessore al sociale, Lina Marchesani, è stata la prima diversi mesi fa a sostenere che chi opera nel sociale deve poterlo fare al meglio. «Insieme al sindaco stiamo cercando una sede più centrale e più vicina alle forze dell’ordine. Episodi come quello di venerdì non possono essere tollerati. Quale che si la ragione, la violenza non può e non deve essere la soluzione», dice Marchesani.
©RIPRODUZIONE RISERVATA