Beni comunali, ecco il nuovo regolamento
Le associazioni potranno gestire e rilanciare gli spazi della città. Pupillo: rendiamo attivi i cittadini
LANCIANO. «Con questo regolamento vogliamo riportare la città in primo piano, i beni comunali a vivere e rendere i cittadini attivi. Vogliamo che la città diventi estensione della propria casa». Così il sindaco Mario Pupillo presenta il nuovo regolamento dei beni comuni alla prima assemblea pubblica convocata ieri mattina per iniziare a fare il punto della situazione. Un regolamento nuovo, redatto con l'associazione Labsus, rappresentata da Angelo Radoccia, approvato a maggioranza nell’ultimo consiglio comunale e spiegato alle associazioni, chiamate a raccolta alla casa Conversazione. Saranno, infatti, anche le associazioni a dare il proprio contributo per formare l’elenco che il Comune dovrà redigere, di tutti i beni che possono essere affidati ai cittadini e alle associazioni. Si va dai giardini e dagli spazi verdi alle strade, dai marciapiedi ai monumenti, alle piazze, alle ciclabili, agli spazi comunali spesso lasciati ai margini dall’amministrazione che non riesce ad arrivare ovunque. Ma si tratta anche di beni immateriali, tradizioni da conservare e rinvigorire. «Si tratta di luoghi materiali e non», spiega Pupillo, «che ogni cittadino o associazione, dietro la presentazione di un progetto, può prendere in cura ma che deve lasciare a disposizione di tutti. Si può pulire una strada, ma questa deve essere accessibile a tutti».
«Potremmo inserire anche la mobilità perché è un bene comune», suggerisce Franco Mastrangelo di Lavenum, «liberando le piazze dalle auto ad esempio, portando avanti il progetto del pedibus. Avremmo vantaggi per tutti». «Abbiamo ridato vita al campetto dei Funai e al giardino Dora Manzitti», ricordano i ragazzi di Largo Tappia, pionieri del concetto di recupero dei beni comuni assieme ai ragazzi di Zona 22 che a San Vito hanno recuperato l’ex sottostazione. «L’attenzione al bene comune è importante», riprende Pupillo «anche per combattere la deriva del senso civico che stiamo vivendo. Dobbiamo tornare a considerare la città una estensione della nostra casa».
«Tra un paio di mesi ci sarà la pubblicazione del regolamento», chiude Piero Cotellessa (Sel), presidente della commissione statuto e regolamenti, «poi l’elenco dei beni per i quali i cittadini, le associazioni potranno fare proposte di cura. Ma è già possibile suggerire i beni di inserire recandosi all’ufficio di segreteria comunale». (t.d.r.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
«Potremmo inserire anche la mobilità perché è un bene comune», suggerisce Franco Mastrangelo di Lavenum, «liberando le piazze dalle auto ad esempio, portando avanti il progetto del pedibus. Avremmo vantaggi per tutti». «Abbiamo ridato vita al campetto dei Funai e al giardino Dora Manzitti», ricordano i ragazzi di Largo Tappia, pionieri del concetto di recupero dei beni comuni assieme ai ragazzi di Zona 22 che a San Vito hanno recuperato l’ex sottostazione. «L’attenzione al bene comune è importante», riprende Pupillo «anche per combattere la deriva del senso civico che stiamo vivendo. Dobbiamo tornare a considerare la città una estensione della nostra casa».
«Tra un paio di mesi ci sarà la pubblicazione del regolamento», chiude Piero Cotellessa (Sel), presidente della commissione statuto e regolamenti, «poi l’elenco dei beni per i quali i cittadini, le associazioni potranno fare proposte di cura. Ma è già possibile suggerire i beni di inserire recandosi all’ufficio di segreteria comunale». (t.d.r.)
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