Flaminia e la passione per l’Onu

Ortonese laureata in Economia ha partecipato a un piano di coesistenza pacifica
ORTONA. Da Ortona a Washington sognando un impiego nelle Nazioni Unite. Flaminia Curci, 23 anni, laureata in Economia e finanza alla Bocconi e studente dell’ultimo anno del corso universitario in Relazioni internazionali alla Ca’ Foscari di Venezia dove otterrà a breve anche la laurea specialistica, ha le idee chiare su ciò che vuole per il suo futuro. Proprio per questo motivo risulta prestigiosa la sua partecipazione al National model United nations (Nmun), programma promosso dall’ente “Consules”, ovvero una delle più importanti istituzioni per la promozione della coesistenza pacifica e del progresso civile che rappresenta l’Italia presso United nations youth associations network (Unyanet). Un’esperienza straordinaria per la giovane ortonese, che per una settimana è stata a contatto con centinaia di persone provenienti da tutto il mondo, tra le quali figuravano anche una ventina di italiani.
I lavori ufficiali si sono svolti al Washington marriott wardman park, dove nel 2012 Obama tenne una convention, e hanno previsto la simulazione di sessioni di lavoro nei comitati delle Nazioni unite. In particolare Flaminia ha agito come delegato dell’Onu nelle sessioni di lavoro del comitato General assembly first (GA1), addetto al disarmo e alla sicurezza internazionale. In questo contesto è stata ambasciatrice del Perù, portavoce delle sue problematiche e dei suoi interessi riguardo la tematica dell’implicazione della tecnologia per la sicurezza globale.
«Grazie ai suoi approcci multilaterali e alla sua prospettiva globale ritengo che il progetto per me sia stato importantissimo», commenta Flaminia Curci la quale confessa il suo intento di voler lavorare un giorno nelle Nazioni unite o più in generale di tuffarsi in una carriera diplomatica. Questa esperienza le è stata sicuramente utile, tuttavia parteciparvi non è stato affatto semplice: «Per poter accedere al programma ho dovuto superare una lunga selezione», racconta la giovane ortonese. «Erano richieste la conoscenza delle attuali tematiche a livello internazionale, della lingua inglese in maniera ottimale e preferibilmente anche di quella francese. Superata la selezione ho preso parte a un corso di preparazione che si è tenuto a Padova e che mi ha fornito strumenti utili a svolgere al meglio tale progetto».
Poi il volo per Washington, dove lei e gli altri sono stati ricevuti dall’ambasciatore italiano per un meeting pre-lavori. Il periodo di permanenza negli Stati Uniti è poi coinciso con l’immediato post-elezione di Donald Trump: «Ho avuto l’occasione di assistere a manifestazioni contro il neo presidente», conclude Curci, «e sono rimasta colpita in modo particolare da un messaggio che recitava “Not my president”».
Alfredo Sitti
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