tappa a casoli
In bici nei luoghi della memoria
Il ciclista Bloisi visita gli ex campi di internamento degli ebrei
CASOLI. Arrivo e partenza per Giovanni Bloisi, il “ciclista della Memoria” che ieri mattina ha fatto tappa a Casoli. Un corteo di gente comune, studenti, sindaci della zona e curiosi lo ha circondato nella piazzetta Brigata Majella, appena ultimata con giardinetti infiorati e due maturi ulivi, accogliendolo come un eroe tanto atteso e finalmente arrivato. Partito due settimane fa da Varano Borghi, paesino lacustre del Varesotto, Bloisi ha fatto il giro d’Italia fermandosi nei luoghi di sofferenza degli ebrei e di altri perseguitati dai nazifascisti (campi di internamento e concentramento, luoghi di deportazione e stragi, di resistenza e di salvezza), facendo una prima sosta a Sciesopoli di Selvino, vicino Bergamo, dove furono accolti nel dopoguerra 800 bambini ebrei di varie nazionalità, salvatisi dai campi di sterminio e poi emigrati in Israele, come ha più tardi raccontato Marco Cavallarin. Prima di Casoli Bloisi si era fermato a Tossicìa, sede di tre campi nei palazzi Mirti, Fabii e De Marco che ospitarono un centinaio di internati di varie nazionalità (ebrei tedeschi, slavi e cinesi), e a Lanciano, città medaglia d’oro, dove però non ha trovato nessuno ad accoglierlo. A Casoli il primo abbraccio è stato col sindaco Massimo Tiberini, poi con Giuseppe Lorentini, il giovane ricercatore dell’università tedesca di Bielefeld e creatore del sito info@campocasoli.org, e ancora Giacinto Scioli di Guardiagrele con la bandiera della Brigata Majella, Piera Della Morgia dell’Anpi e numerosi ragazzi della scuola media e del liceo Algeri Marino. Questi ultimi hanno svolto il progetto di alternanza scuola-lavoro con “History & Geo Tours” per la riqualificazione del patrimonio storico del campo di concentramento di Casoli e della linea Gustav, con la supervisione dell’Archivio di Stato di Chieti, del dipartimento “Ingeo” della D’Annunzio e dell’università di Bielefeld. E sono stati gli studenti del Marino, sotto una pioggia incessante, a dare i saluti ufficiali vicino all’ex-municipio («ultimo luogo di residenza noto») e alla dependance di palazzo Tilli, con la scopritura di due lapidi con i nomi degli undici ebrei sui 50 lì ospitati, deportati ad Auschwitz e mai più tornati. Un discorso ufficiale è stato tenuto da Elizabetta Bozzi dell’Anpi di Magenta, città lombarda toccata dal giro di Bloisi. Il palazzo Tilli, costruito nel ’700, è stato recentemente acquistato e restaurato da Antonella Allegrino, imprenditrice di Pescara, per diventare “Palazzina della Memoria” in ricordo degli internati confinati a Casoli. Sarà aperto al pubblico ai primi di giugno. Nel pomeriggio Bloisi ha ripreso la bicicletta dirigendosi a Vasto, accompagnato per un tratto da un cavallo, e portandosi dietro un gagliardetto con le foto degli internati ebrei a Casoli. Fra questi anche quel Giacomo Nagler, polacco-triestino, che suscitò la simpatia affettiva -ma puramente platonica- di una ragazza casolana, Maria, rimasta nascosta e protetta dalla memoria collettiva.
Gino Melchiorre