Lanciano, rapina alla villa: i coniugi rinunciano a costituirsi contro i banditi
Il processo contro i sette romeni si è aperto con l'ammissione al rito abbreviato (sconto di pena) ed è stato subito rinviato al 30 settembre. Carlo Martelli: "Un giorno potrei trovarmeli di nuovo davanti, e allora che faccio? Meglio lasciare perdere..."
LANCIANo. Si è aperto ed è stato subito rinviato al 30 settembre per l'inizio della discussione _ ed eventualmente la sentenza _ il processo con rito abbreviato (sconto di pena) nei confronti dei sette romeni coinvolti nella cruenta rapina ai danni dei coniugi Carlo Martelli e la moglie Niva Bazzan a cui il 23 settembre 2018 uno dei banditi recise il padiglione auricolare destro a seguito dell'irruzione in villa alle 4 del mattino quando la coppia stava dormendo.
In sei sono accusati di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma. Un settimo romeno è esclusivamente accusato di favoreggiamento, ma non ha preso parte alla rapina. In cinque questa mattina sono comparsi in aula su sette del commando, assenti Ruset e Martin. E' stato ascoltato un testimone per Jakota, l'unico degli imputati accusato di favoreggiamento. Poi il rinvio deciso dal giudice Giovanni Nappi. In uno spiegamento di forza dell'ordine e misure di sicurezza che hanno blindato l'intero tribunale.
Ma la notizia dal punto di vista della cronaca giudiziaria arriva dall'assenza in aula dei coniugi Martelli e della loro decisione di non costituirsi parte civile. I motivi li ha spiegati chiaramente Carlo Martelli al Tg3 Abruzzo: non vuole più avere a che fare con quanto avvenuto quella notte, non vuole aspettare i tempi della giustizia. Anche perché, ha precisato, un giorno può ritrovare in giro quelle facce: "E allora che faccio? Meglio lasciar perdere...".