Mammografie, i medici incontrano le donne 

Convegno al Rettorato sulla prevenzione dei tumori al seno: la diagnosi precoce è decisiva

CHIETI. Sarà un’occasione per fare il punto sui risultati raggiunti e sui nuovi, possibili obiettivi per il futuro l’incontro dal titolo “Tumore al seno: prevenzione e screening in Abruzzo” in programma oggi dalle 9 all’auditorium del Rettorato dell’università d’Annunzio di Chieti. A confrontarsi ci saranno gli specialisti impegnati nel programma dello Screening mammografico, il direttore generale della Asl Pasquale Flacco, l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci e le associazioni delle donne. Nel corso dei lavori sarà illustrato il modello di Breast Center, diretto da Ettore Cianchetti, che vede nell’ospedale di Ortona uno snodo importante. L’iniziativa odierna è di Europa Donna Italia, movimento a tutela dei diritti delle donne riguardo a prevenzione e cura del tumore al seno, che ha chiamato a raccolta i diversi interlocutori per concordare «un piano di azione che assicuri servizi omogenei e di qualità a tutte le donne abruzzesi». Nel mese della prevenzione del tumore al seno, le donne chiedono «provvedimenti concreti da parte delle istituzioni per risolvere le carenze dello screening mammografico». L’Abruzzo è la 4ª regione italiana, dopo Sicilia, Calabria e Campania, con il più basso numero di utenti che si sottopongono alla mammografia. Ma, dice Europa Donna, «sono ancora troppe le donne che non vengono informate adeguatamente, non riescono a mettersi in contatto con il centro screening di riferimento, non ricevono l’invito per sottoporsi ai controlli».
Il tumore del seno costituisce la patologia tumorale femminile più frequente: in Europa è la seconda causa di morte per cancro, in Italia la prima per le donne tra i 35 e i 50 anni. In Italia ogni anno 50 mila donne si ammalano di tumore al seno e ne muoiono 12 mila.
Nella fascia di età tra 50 e 69 anni lo screening mammografico può ridurre la mortalità del 40%, l’equivalente di 4.800 vite salvate ogni anno. La mammografia è in grado di intercettare la malattia a uno stadio iniziale, quando è ancora impalpabile. Se il tumore viene curato con le terapie adeguate nelle sue fasi iniziali, la possibilità di guarigione si avvicina al 98%, i trattamenti sono meno aggressivi e invalidanti, la donna riprende più velocemente la sua attività lavorativa, si riduce la spesa sanitaria».