CHIETI
Presi i ladri che rubano le auto in centro
I carabinieri bloccano una coppia di romeni in piazza Rocchetti: sequestrati attrezzi da scasso e una centralina clonata
CHIETI. Sono finiti in trappola i ladri che rubavano le auto in pieno centro storico. Li hanno arrestati i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Chieti in piazza Rocchetti, a due passi dalla cattedrale di San Giustino e dal tribunale. Le manette sono scattate per due romeni: Vasile Sebastian Grigore, 22 anni, e Sorin Palosi (25). Erano arrivati sul posto a bordo di una Fiat Panda rubata, carica di attrezzature per assaltare le macchine, compresa una centralina clonata, e avevano puntato una Daewoo Matiz. Ma gli uomini della tenente Maria Di Lena, impegnati in un normale servizio di pattugliamento, li hanno scoperti facendo saltare il piano che prevedeva una notte di razzia sulle strade della città. Uno dei proprietari delle auto parcheggiate in zona si è complimentato con i carabinieri: «Grazie per quello che fate», ha scritto sui social network.
Tutto comincia verso le 2.30. I militari notano due persone accovacciate dietro una Fiat Panda di colore blu con le portiere laterali di destra aperte, in sosta vicino a una Matiz e una Citroen C3. I carabinieri si avvicinano e la coppia di uomini cerca di dileguarsi, ma viene subito fermata. Uno dei due, Palosi, ha con sé la carta d’identità; l’altro, Grigore, è senza documenti e fornisce un nome falso. Viene fuori così che la Panda, sparita da Tollo il primo luglio scorso, ha il gancio di traino di emergenza inserito e collegato a una corda già posizionata sotto la Matiz. In altre parole: solo l’intervento dei carabinieri ha rovinato il programma dei ladri. Fatto sta che dalla perquisizione della Fiat arrivano ulteriori conferme sulle intenzioni dei due romeni: sul sedile posteriore sono poggiati una tenaglia, un grosso cacciavite e una fune. C’è anche uno zaino con dentro una centralina per l’avviamento delle macchine, un altro cacciavite, una chiave da tubista, un coltello a serramanico, un martelletto frangi-vetro e una luce da minatore. A questo punto, su disposizione del sostituto procuratore Lucia Anna Campo, entrambi finiscono in manette per tentato furto aggravato, ricettazione e possesso ingiustificato di attrezzi da scasso. Per Grigore, una sfilza di precedenti specifici alle spalle, scatta anche l’accusa di false dichiarazioni sull’identità. Fin qui la cronaca di una notte di furti sventati.
Ieri mattina, il giudice Chiara Di Gerio ha convalidato l’arresto. Per la procura, c’era il pm d’aula Natascia Troiano. Grigore è finito ai domiciliari (l’accusa aveva chiesto il carcere), mentre Palosi è stato sottoposto all’obbligo di firma. Entrambi, difesi dall’avvocato Paolo Sisti, respingono le accuse.
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