Protesi alla spalla a novant’anni «Adesso faccio anche gli gnocchi»
Ortona. Intervento chirurgico riuscito su un’anziana che accusava forti dolori al braccio destro Il chirurgo Mascitti: l’età non è un limite per operazioni del genere, ma bisogna non arrendersi
ORTONA. Novant’anni e non sentirli. Festeggerà l’arrivo del 2018 con una spalla nuova, perfettamente funzionante, Emilia Baldi che, nonostante l’età, si è sottoposta a un intervento chirurgico senza problemi. Ora ringrazia chi ha creduto che ci fossero tutti i presupposti affinché l’operazione andasse bene, permettendole di tornare ad affrontare una vita normale. La storia di nonna Emilia è l’esempio di come molte volte, anche se si è anziani, sia possibile superare determinati ostacoli che all’apparenza sembrerebbero insormontabili. Sì perché la signora, residente a Tollo, fino a qualche tempo fa vantava delle ottime condizioni di salute fatta eccezione per problemi al braccio destro. Dolori che la limitavano nelle sue abituali attività quotidiane: ha provato con ogni tipo di cura a riattivare la funzionalità dell’arto, ma senza esito. Acciacchi dovuti all’età verrebbe da pensare, tutto nella norma per un’anziana. Lei però non voleva proprio rassegnarsi di fronte a quell’infortunio, nonostante anche gli specialisti consultati le dicessero che un’operazione chirurgica fosse inopportuna per via dei suoi novant’anni.
«Abbiamo fatto un ultimo tentativo dal chirurgo ortopedico Tonino Mascitti, ed è lui che ha proposto un intervento di protesi alla spalla destra come risolutore dei suoi problemi di dolore e movimento», spiegano i familiari della signora. Il dottor Mascitti, originario di Ortona, stava dando nuove speranze all’arzilla nonnina, che non ci ha pensato due volte ad accettare quell’opzione. L’operazione è stata eseguita lo scorso giugno e dopo qualche mese di riabilitazione Emilia Baldi ha riacquistato la piena funzionalità del suo braccio. «Ho fatto anche gli gnocchi», ammette felice. «Non percepisco più problemi al braccio. Ringrazio il dottor Mascitti per il lavoro svolto e tutti coloro che mi hanno seguita nella riabilitazione. Oggi sto bene».
Mascitti, che è stato anche presidente nazionale dell’Associazione ortopedia-traumatologia geriatrica, dal canto suo spiega come «l’età non è un limite per affrontare un intervento di artoprotesi se il paziente non soffre di patologie generali importanti. È chiaro», prosegue, «che non è come per i pazienti più giovani, serve qualche tempo in più per la riabilitazione che in questo caso dura circa due mesi». Il resto lo ha fatto la caparbietà della signora Emilia: «La sua voglia di non arrendersi e di non accettare i limiti dell’età, insieme con l’intervento, hanno reso possibile il recupero della sua piena autonomia motoria. È un aspetto importante», conclude Mascitti, «perché la partecipazione attiva alla quotidianità per gli anziani è il miglior farmaco integratore per renderlo più reattivo. Ricordiamoci che non conta l’età cronologica ma quella biologica».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Abbiamo fatto un ultimo tentativo dal chirurgo ortopedico Tonino Mascitti, ed è lui che ha proposto un intervento di protesi alla spalla destra come risolutore dei suoi problemi di dolore e movimento», spiegano i familiari della signora. Il dottor Mascitti, originario di Ortona, stava dando nuove speranze all’arzilla nonnina, che non ci ha pensato due volte ad accettare quell’opzione. L’operazione è stata eseguita lo scorso giugno e dopo qualche mese di riabilitazione Emilia Baldi ha riacquistato la piena funzionalità del suo braccio. «Ho fatto anche gli gnocchi», ammette felice. «Non percepisco più problemi al braccio. Ringrazio il dottor Mascitti per il lavoro svolto e tutti coloro che mi hanno seguita nella riabilitazione. Oggi sto bene».
Mascitti, che è stato anche presidente nazionale dell’Associazione ortopedia-traumatologia geriatrica, dal canto suo spiega come «l’età non è un limite per affrontare un intervento di artoprotesi se il paziente non soffre di patologie generali importanti. È chiaro», prosegue, «che non è come per i pazienti più giovani, serve qualche tempo in più per la riabilitazione che in questo caso dura circa due mesi». Il resto lo ha fatto la caparbietà della signora Emilia: «La sua voglia di non arrendersi e di non accettare i limiti dell’età, insieme con l’intervento, hanno reso possibile il recupero della sua piena autonomia motoria. È un aspetto importante», conclude Mascitti, «perché la partecipazione attiva alla quotidianità per gli anziani è il miglior farmaco integratore per renderlo più reattivo. Ricordiamoci che non conta l’età cronologica ma quella biologica».
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