contestato anche il reato di revenge porn 

Spedisce le foto hard della vicina al marito di lei: 49enne a processo

CHIETI. Ha inviato via whatsapp le foto hard della vicina di casa al marito di lei. Un uomo di 49 anni originario di Ortona, attualmente in carcere per altra causa, è finito sotto processo per i...

CHIETI. Ha inviato via whatsapp le foto hard della vicina di casa al marito di lei. Un uomo di 49 anni originario di Ortona, attualmente in carcere per altra causa, è finito sotto processo per i reati di diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite (più conosciuto come revenge porn), minaccia e tentata violenza sessuale. A rinviarlo a giudizio è stato il giudice Luca De Ninis su richiesta del sostituto procuratore Marika Ponziani (ieri in aula c’era il pm Lucia Anna Campo): la prima udienza, davanti al tribunale collegiale, è in programma il prossimo 18 dicembre. L’episodio è avvenuto in un paese alle porte di Chieti, che non indichiamo per tutelare l’identità della vittima, una quarantatreenne.
A occuparsi delle indagini sono stati i carabinieri, mentre l’imputato è assistito dall’avvocato Pasquale D’Incecco. «Da circa un mese», ha raccontato la donna in caserma, «ho intrattenuto una relazione amichevole con un uomo di 49 anni, agli arresti domiciliari nello stesso stabile in cui vivo. Ci siamo scambiati il numero di telefono e, nei giorni successivi, lui ha iniziato a inviarmi messaggi con i quali mi ha fatto intendere che voleva iniziare una relazione con me. Mi ha incalzata sempre di più e mi ha convinta a inviargli due mie foto intime. In una di queste si vedeva anche il viso». Ma non è finita qui. «Lui ha cercato in tutti i modi di arrivare al suo scopo, ossia di avere un rapporto sessuale con me. In alcuni casi, sempre via messaggio, mi ha minacciata dicendo che avrebbe divulgato il tutto a mio marito». E così è stato. «Io ho deciso di interrompere la relazione con lui», ha precisato la vittima, «e l’ho bloccato su Whatsapp e Facebook».
Anche il marito della quarantatreenne è stato ascoltato dai carabinieri. «Ho riconosciuto in quelle foto mia moglie, anche perché in una delle due si vedeva il viso», ha riferito l’uomo. «Le ho chiesto subito chiarimenti e lei mi ha raccontato che era stata una sua debolezza. Nonostante questo, io e mia moglie abbiamo trovato un equilibrio e abbiamo superato quel tragico momento». (g.let.)
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