L’arte di De Nittis in mostra a Pescara con i grandi abruzzesi
A Villa Urania da oggi i quadri del pittore pugliese con le opere dei Palizzi, di Laccetti, Della Monica, Patini, Recchione e Michetti
Con Giuseppe De Nittis si può parlare solo di capolavori. Una prima impressione condivisa dai primi visitatori della mostra, appena inaugurata, sul grande maestro pugliese e su altri importanti esponenti della pittura ottocentesca, in particolare di provenienza abruzzese. Villa Urania, la preziosa architettura sede della Fondazione Museo Paparella Treccia-Devlet nel cuore di Pescara, ospita da oggi e fino al 2 settembre prossimo la prestigiosa mostra d’arte "Impressione e Verità nella pittura tra De Nittis, Patini e i Palizzi: dalla Puglia a Parigi attraverso la via degli Abruzzi", incentrata sull’opera di uno dei più grandi pittori dell’Ottocento italiano, Peppino De Nittis, come ha spiegato la curatrice Floriana Conte.
«Non vi è alcun dubbio che, tra i pittori italiani dell’Ottocento, Giuseppe De Nittis occupi un posto di grande rilievo, anche a livello internazionale», spiega Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione Paparella. «Per molti anni, vivo è stato il desiderio di realizzare una mostra delle sue opere. La disponibilità della Pinacoteca Giuseppe De Nittis di Barletta a prestare le opere del maestro, seguita ai contatti con il Sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, e con i dirigenti e i funzionari del Comune che gestisce Palazzo della Marra, sede della Pinacoteca, hanno generato il viaggio per il sopralluogo al Museo De Nittis, la accurata scelta delle opere, le operazioni di richiesta del prestito, l’individuazione di una studiosa pugliese, la dottoressa Conte, per la curatela scientifica, nonché la progressiva realizzazione di quel desiderio di portare in Abruzzo, a Pescara, una mostra su questo fondamentale autore e su un periodo artistico felicissimo».
Sono così presenti in mostra dieci notevoli opere del celebrato artista di origini pugliesi, che coprono un arco temporale di circa quindici anni, un periodo ampio, ove si consideri che De Nittis è morto all’età di soli 38 anni. Molti di questi dipinti, il celebre pittore li ha realizzati dopo il suo trasferimento a Parigi, dove ha frequentato, tra gli altri grandi esponenti dell’Impressionismo francese, Manet e Degas.
Ma la curatela della mostra - aperta tutti i giorni, compresi i festivi, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 17 alle 20.30 - ha posto ancora una volta l'accento, come è d'uso nelle iniziative culturali della Fondazione Paparella, sulla riscoperta e valorizzazione delle virtù creative del territorio. Tanto che il nucleo di dipinti di De Nittis - cosa che rende ancora più interessante l'esposizione - è posto a confronto con quelle dei più grandi artisti del Verismo italiano, rappresentato da importanti quadri.
«Si radunano in mostra in un contesto organico opere dei quattro fratelli Palizzi, Giuseppe (1812-1888), Filippo (1818-1899), Nicola (1820-1870) e Francesco Paolo (1825-1871)» osserva la curatrice «di Valerico Laccetti (1836-1909), Gennaro della Monica (1836-1917), Teofilo Patini (1840-1906), Oreste Recchione (1841-1904) e Quintilio Michetti (1850-1943). Il nucleo così ricomposto, rappresentativo per varietà di soggetti, di tecniche e di cronologia, consente di offrire una visione compendiaria delle principali topiche della pittura verista esibita nelle città europee, quali Parigi, Napoli e Roma in particolare, sedi di accademie e mostre di primo piano. In una dimensione per certi versi autonoma e sicuramente molto elevata si staglia De Nittis (1846-1884), nato a Barletta, stabilito a Parigi ma con frequenti soggiorni a Napoli, Londra, in Svizzera, e ritorni nella Puglia originaria».
Dalla mostra emerge dunque un confronto che anima la dialettica tra l’Impressione e la Verità, come dal titolo dell’evento - accompagnato da un bel catalogo edito da Menabò e promosso dalla Fondazione Pescarabruzzo - che conferma l'alto impegno culturale della Fondazione Paparella Treccia-Devlet, forte di una ricca raccolta di antiche maioliche dei più importanti maestri ceramisti di Castelli e sede espositiva di prestigio per mostre di pittura e scultura che contribuiscono incisivamente alla vitalità culturale della regione.
©RIPRODUZIONE RISERVATAG
«Non vi è alcun dubbio che, tra i pittori italiani dell’Ottocento, Giuseppe De Nittis occupi un posto di grande rilievo, anche a livello internazionale», spiega Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione Paparella. «Per molti anni, vivo è stato il desiderio di realizzare una mostra delle sue opere. La disponibilità della Pinacoteca Giuseppe De Nittis di Barletta a prestare le opere del maestro, seguita ai contatti con il Sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, e con i dirigenti e i funzionari del Comune che gestisce Palazzo della Marra, sede della Pinacoteca, hanno generato il viaggio per il sopralluogo al Museo De Nittis, la accurata scelta delle opere, le operazioni di richiesta del prestito, l’individuazione di una studiosa pugliese, la dottoressa Conte, per la curatela scientifica, nonché la progressiva realizzazione di quel desiderio di portare in Abruzzo, a Pescara, una mostra su questo fondamentale autore e su un periodo artistico felicissimo».
Sono così presenti in mostra dieci notevoli opere del celebrato artista di origini pugliesi, che coprono un arco temporale di circa quindici anni, un periodo ampio, ove si consideri che De Nittis è morto all’età di soli 38 anni. Molti di questi dipinti, il celebre pittore li ha realizzati dopo il suo trasferimento a Parigi, dove ha frequentato, tra gli altri grandi esponenti dell’Impressionismo francese, Manet e Degas.
Ma la curatela della mostra - aperta tutti i giorni, compresi i festivi, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle ore 17 alle 20.30 - ha posto ancora una volta l'accento, come è d'uso nelle iniziative culturali della Fondazione Paparella, sulla riscoperta e valorizzazione delle virtù creative del territorio. Tanto che il nucleo di dipinti di De Nittis - cosa che rende ancora più interessante l'esposizione - è posto a confronto con quelle dei più grandi artisti del Verismo italiano, rappresentato da importanti quadri.
«Si radunano in mostra in un contesto organico opere dei quattro fratelli Palizzi, Giuseppe (1812-1888), Filippo (1818-1899), Nicola (1820-1870) e Francesco Paolo (1825-1871)» osserva la curatrice «di Valerico Laccetti (1836-1909), Gennaro della Monica (1836-1917), Teofilo Patini (1840-1906), Oreste Recchione (1841-1904) e Quintilio Michetti (1850-1943). Il nucleo così ricomposto, rappresentativo per varietà di soggetti, di tecniche e di cronologia, consente di offrire una visione compendiaria delle principali topiche della pittura verista esibita nelle città europee, quali Parigi, Napoli e Roma in particolare, sedi di accademie e mostre di primo piano. In una dimensione per certi versi autonoma e sicuramente molto elevata si staglia De Nittis (1846-1884), nato a Barletta, stabilito a Parigi ma con frequenti soggiorni a Napoli, Londra, in Svizzera, e ritorni nella Puglia originaria».
Dalla mostra emerge dunque un confronto che anima la dialettica tra l’Impressione e la Verità, come dal titolo dell’evento - accompagnato da un bel catalogo edito da Menabò e promosso dalla Fondazione Pescarabruzzo - che conferma l'alto impegno culturale della Fondazione Paparella Treccia-Devlet, forte di una ricca raccolta di antiche maioliche dei più importanti maestri ceramisti di Castelli e sede espositiva di prestigio per mostre di pittura e scultura che contribuiscono incisivamente alla vitalità culturale della regione.
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