«La mia opera per la primavera dell’Aquila»

23 Marzo 2019

Piovani presenta la “Sinfonia delle stagioni” che il 7 aprile l’Orchestra regionale della Toscana suonerà a Collemaggio

L'AQUILA. Tornare all’Aquila, in punta di piedi, ma con in testa una melodia. Sequenze di suoni per coro, orchestra e voce narrante per raccontare il terremoto che ha colpito questa città e gli anni successivi. Molto più di una melodia, ma una vera e propria sinfonia da scrivere e dirigere per il decennale del sisma.
Una sfida non da poco, anche per uno come Nicola Piovani, premio Oscar nel 1999 per le musiche del film “La vita è bella” e autore di alcuni temi che resteranno nella storia del cinema. Parliamo della “Sinfonia delle stagioni”: solisti, coro di voci bianche, voce recitante e orchestra. Protagonisti, oltre al maestro Piovani, l’attore Roberto Herlitzka (voce narrante), il Coro di voci bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il soprano Maria Rita Combattelli, il mezzosoprano Aloisa Aisemberg, il tenore Salvo Randazzo e il baritono Luciano Di Pasquale.
La sinfonia è stata appositamente comissionata dalla Società Aquilana dei Concerti “Barattelli”. Sarà l’Orchestra regionale della Toscana a suonare e non l’Orchestra sinfonica abruzzese come annunciato in fase di presentazione della stagione dell’Isa. Questa scelta non è stata esente da polemiche (maggiori dettagli sulla vicenda sono riportati nelle pagine di cronaca dell’Aquila). Il concerto, in prima esecuzione assoluta, è previsto il 7 aprile alle ore 18 nella basilica di Santa Maria di Collemaggio in occasione del decennale del sisma. Diretta su Radio 3 e Rai5 per Rai Cultura, qui con la regia di Barbara Napolitano e l’introduzione di Francesco Antonioni e Serena Scorzoni.
E Piovani è stato protagonista della presentazione dell’iniziativa ieri all'Auditorium del Parco, in un incontro alla presenza del vicepresidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Gianni Letta, del vice sindaco dell’Aquila Raffaele Daniele e di Giorgio Battistelli e Vittorio Di Paola, rispettivamente presidente e presidente onorario della “Barattelli”. «Possiamo godere di questa struttura», ha spiegato Battistelli, «grazie a un progetto del 2009 con Claudio Abbado e l’Orchestra Mozart a seguito del quale è nato l'Auditorium del Parco, simbolo della solidarietà nonostante qualche smagliatura e fragilità nella gestione».
Un’armonia della speranza questa sinfonia in cui il maestro Piovani rappresenta le stagioni vissute in questi dieci anni dalla città distrutta dal sisma. «Ho pensato alle quattro stagioni come racconto metaforico», ha detto il maestro. «Una suggestione, del resto utilizzata nel corso della storia della musica. Ho iniziato dall’estate per chiudere con la primavera segno di ottimismo e di speranza. Sono venuto all’Aquila subito dopo il terremoto e ho visto la tragedia. Poi sono tornato e ho visto un periodo come di stagnazione. Poi sono arrivati i cantieri come fiori a primavera e lì mi sono convinto». Un incarico impegnativo. «Non è stato semplice scrivere la musica di un’opera che fosse congrua all’evento», ha sottolineato Piovani. «Quando succedono tragedie come quella che ha colpito questa città c’è sempre la corsa ed esprimere la propria solidarietà. Quello che mi è stato chiesto in occasione del decennale del sisma è stato diverso: esprimere solidarietà con un’opera, come musicista, un compito molto difficile. Sono però convinto che i musicisti abbiano il compito di raccontare l’oggi, la contemporaneità».
Cosa possono fare la musica, l’arte, la cultura per una comunità che soffre? Una domanda alla quale il grande maestro Piovani ha cercato di rispondere proprio con la sua composizione. «Spesso però ci si chiede cosa possano fare la musica e l’arte per i processi civili», ha aggiunto. «Dire che possono fare molto è sbagliato, perché le vere partite si giocano nelle stanze della politica e della finanza, però credo che un aiuto lo si possa comunque dare. La musica e i musicisti», ha concluso, «cercano di stare dalla parte giusta e di proporre una chiamata alle forze a tutti gli uomini di buona volontà».
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