Roberto Vecchioni «Porto l’Infinito all’Aquila»
L’AQUILA. Torna all'Aquila Roberto Vecchioni, sabato prossimo (ore 18.30), quasi due anni dopo avervi presentato il suo libro, “La vita che si ama” (Einaudi). Il cantautore, ospite dell'Auditorium...
L’AQUILA. Torna all'Aquila Roberto Vecchioni, sabato prossimo (ore 18.30), quasi due anni dopo avervi presentato il suo libro, “La vita che si ama” (Einaudi). Il cantautore, ospite dell'Auditorium Sericchi (Strinella 88), parlerà del suo nuovo disco, “L'infinito”, un concept album condensato di musica e parole arricchito da spunti che affondano le radici nella cultura intesa come consapevolezza della bellezza della vita, proveniente da un tempo lontano che torna e ritorna.
«Sono un uomo del Novecento», ha raccontato il professore di recente in un'occasione analoga. Uno dei grandi meriti di Vecchioni è di non far finta di essere qualche cosa che non è, e di fare quello che sa fare. Così questo si propone come un disco volutamente di altri tempi, da uomo del Novecento appunto. «Non dodici canzoni ma una sola, lunga canzone divisa in dodici momenti», spiegano le note di produzione. E per di più, l'album è uscito solo in formato fisico, niente digitale «in controtendenza al consumo decontestualizzato e rapido dei brani».
Certo, nella tracklist spicca Ti insegnerò a volare, il brano ispirato alla storia di Alex Zanardi che nel testo «diventa maestro per dire ai ragazzi che la passione per la vita è più forte del destino», spiega Vecchioni. Insomma, come recita un anonimo andino: «Quando un uccello senza piume riesce a prendere il volo, nessun condor ha ali per raggiungerlo». Una canzone cantata insieme a Francesco Guccini. «Questo brano», ha spiegato Vecchioni, «si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la canzone d’autore e che non c’è, non esiste più dagli anni Settanta. In realtà l'intero disco è immerso in quella atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice ed elementare oppure sottile e sofisticata, ma comunque cultura».
L'album è prodotto da Danilo Mancuso per Dme e distribuito da Artist First. L'incontro on Vecchioni è promosso nell'ambito degli “Incontri con l'autore”, organizzati con Roberto Maccarrone della libreria InMondadori. Insieme a Vecchioni dialogherà lo scrittore Stefano Carnicelli, autore di varie recensioni su letteratura e musica. «"L'infinito"», dice Carnicelli, «si propone come un lavoro di grande precisione. Se fosse un lavoro di congedo (cosa che sicuramente non è perché questo giovanotto di appena 75 anni ci regalerà ancora altre emozioni), potremmo dire di essere al cospetto di un testamento che si fa dono prezioso per chi ha occhi affamati per leggere e cuore per sentire. Roberto», aggiunge, «ti prende per mano e nel suo cantare, e narrare, ti porta a spasso nella storia e ti innamora di ciò che fu. Perché il canto, come il suono, sono esigenze assolute; prima ancora della parola in quanto tutto ebbe inizio con il canto naturale. Straordinario il modo con cui ci racconta questo eterno legame: parola che diventa suono; si spezza e si dipana in altre parole».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Sono un uomo del Novecento», ha raccontato il professore di recente in un'occasione analoga. Uno dei grandi meriti di Vecchioni è di non far finta di essere qualche cosa che non è, e di fare quello che sa fare. Così questo si propone come un disco volutamente di altri tempi, da uomo del Novecento appunto. «Non dodici canzoni ma una sola, lunga canzone divisa in dodici momenti», spiegano le note di produzione. E per di più, l'album è uscito solo in formato fisico, niente digitale «in controtendenza al consumo decontestualizzato e rapido dei brani».
Certo, nella tracklist spicca Ti insegnerò a volare, il brano ispirato alla storia di Alex Zanardi che nel testo «diventa maestro per dire ai ragazzi che la passione per la vita è più forte del destino», spiega Vecchioni. Insomma, come recita un anonimo andino: «Quando un uccello senza piume riesce a prendere il volo, nessun condor ha ali per raggiungerlo». Una canzone cantata insieme a Francesco Guccini. «Questo brano», ha spiegato Vecchioni, «si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la canzone d’autore e che non c’è, non esiste più dagli anni Settanta. In realtà l'intero disco è immerso in quella atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice ed elementare oppure sottile e sofisticata, ma comunque cultura».
L'album è prodotto da Danilo Mancuso per Dme e distribuito da Artist First. L'incontro on Vecchioni è promosso nell'ambito degli “Incontri con l'autore”, organizzati con Roberto Maccarrone della libreria InMondadori. Insieme a Vecchioni dialogherà lo scrittore Stefano Carnicelli, autore di varie recensioni su letteratura e musica. «"L'infinito"», dice Carnicelli, «si propone come un lavoro di grande precisione. Se fosse un lavoro di congedo (cosa che sicuramente non è perché questo giovanotto di appena 75 anni ci regalerà ancora altre emozioni), potremmo dire di essere al cospetto di un testamento che si fa dono prezioso per chi ha occhi affamati per leggere e cuore per sentire. Roberto», aggiunge, «ti prende per mano e nel suo cantare, e narrare, ti porta a spasso nella storia e ti innamora di ciò che fu. Perché il canto, come il suono, sono esigenze assolute; prima ancora della parola in quanto tutto ebbe inizio con il canto naturale. Straordinario il modo con cui ci racconta questo eterno legame: parola che diventa suono; si spezza e si dipana in altre parole».
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