Brucia il bosco, mancano aerei e benzina 

Denuncia del Conapo dei vigili del fuoco: «La Regione non dà fondi». La Protezione civile: «Dal 2014 senza rimborsi»

CAPISTRELLO. Mentre il bosco brucia si scopre che mancano i mezzi aerei per le operazioni di spegnimento, mentre i volontari della Protezione civile sono costretti a pagarsi di tasca propria la benzina per l’autobotte.
È quanto accaduto a Capistrello. Dall’altro giorno un rogo sta devastando monte Georgie senza che ci sia stata la tempestiva possibilità di inviare sul posto un Canadair. Il rogo, probabilmente di natura colposa (forse innescato da qualcuno che bruciava le sterpaglie), è scoppiato giovedì pomeriggio e, dopo una prima azione di spegnimento, ha ripreso ad ardere durante la notte. Ieri è stato necessario un massiccio intervento e, oltre alle squadre a terra, sono intervenuti un elicottero dei carabinieri forestali e un Canadair. Non ci sono stati rischi per la popolazione, ma il danno ambientale è ingente e la carenza di personale è diventato un vero e proprio caso.
«Quello che sta avvenendo a Capistrello è la dimostrazione più lampante, e purtroppo anche tangibile, di quello che da settimane denunciamo», spiega Elio D’Annibale, esponente aquilano del Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco, «negli ultimi giorni abbiamo ripetutamente sollecitato la Regione a stanziare fondi sufficienti a garantire, tramite la convenzione in via di stipula, un adeguato dispositivo di soccorso da impiegare in caso di incendi boschivi. C’è bisogno di potenziare le squadre di terra che, con mezzi adeguati, siano messe in condizione di lavorare in sicurezza e con efficienza. Così come è necessario il supporto aereo, quando richiesto, che in alcune situazione risulta imprescindibile. Tutto questo, però, non lo si ottiene con i proclami, ma con risorse adeguate. Temiamo che questo incendio», afferma D’Annibale, «sia solo l’inizio. La Regione si attivi con urgenza e metta altri fondi per la convenzione antincendi boschivi con i vigili del fuoco».
Anche sul fronte della Protezione civile la situazione è drammatica.
«Dopo oltre vent’anni di attività», spiega Christian Rossi della Protezione civile di Tagliacozzo, «abbiamo deciso di non intervenire nell’attività di spegnimento e di non inviare le due squadre operative abilitate allo spegnimento. Tutto ciò a causa delle scarsissime risorse economiche, dovute alla mancanza dei rimborsi dal 2014. Non possiamo sostituire con il volontariato i servizi e i corpi che lo Stato toglie, come la Forestale. Alla fine, per spirito di responsabilità», sottolinea Rossi, «ci siamo attivati lo stesso a nostre spese, pagando anche il carburante per arrivare. Chiediamo però alle istituzioni di trovare una fattiva soluzione al problema».
Il personale al lavoro è riuscito a circoscrivere il territorio dell’incendio, ma si teme che possano esserci altri focolai.
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