Canapa coltivata a scopo terapeutico
Azienda italo-olandese pronta a seminare 8 ettari di terreno. La cannabis sostituirà i farmaci nella cura di alcune malattie
SULMONA. Nasce la prima “fabbrica” per la produzione industriale di canapa indiana a scopo terapeutico. L’iniziativa è di una azienda italo olandese, la Enecta, guidata da due giovani imprenditori italiani, Marco Cappiello e Jacopo Paolini, che hanno deciso di investire nel Centro Abruzzo con un progetto che in questo territorio non ha precedenti. A maggio, infatti, otto ettari di terreno verranno coltivati con la canapa e la zona scelta è quella della Valle Subequana. Il raccolto, il primo è previsto per la fine di agosto, verrà poi trasferito in alcuni centri specializzati nella lavorazione della canapa. La scelta della Valle Subequana – del luogo sarà anche il personale addetto alla semina e alla raccolta – è motivata dalle particolari condizioni climatiche dell’area caratterizzata da una forte escursione termica: temperature miti di giorno e molto basse di notte. «Condizioni climatiche che creano uno stato di “sofferenza” alla pianta», spiegano i due imprenditori emiliani, «che tenderà a sviluppare più resina, più Cbd rispetto a un clima con temperature costanti. La canapa fa parte della famiglia della cannabis ed è proprio in questo gruppo di piante che troviamo diversi composti chimici chiamati “fitocannabinoidi”. Il Cbd, a differenza del Thc, non ha effetti psicoattivi e sempre più persone ne apprezzano i benefici terapeutici supportati anche da studi scientifici».
Il potenziale terapeutico del Cbd ha attratto il mondo scientifico ed è già stato utilizzato in diversi studi per il trattamento di numerose malattie. Ed oggi è riconosciuto tra gli elementi principali della “cannabis medica” utilizzata, in particolare, come antinfiammatorio, contro la nausea, il diabete, l’alcolismo, la schizofrenia, l’artrite reumatoide, l’epilessia, le patologie cardiovascolari. E ancora, viene utilizzzatacome antipsicotico, ansiolitico e antidolorifico per gli spasmi muscolari o i dolori neuropatici. Insomma, per i promotori dell’iniziativa, «i pazienti potranno ricevere solo dei benefici dall’utilizzo di tali sostanze in sostituzione di farmaci che da una parte possono essere di aiuto nella cura della malattia ma che dall’altra creano effetti collaterali dannosi per l’organismo».
«Siamo molto soddisfatti di questa prima coltivazione che sta partendo in Abruzzo», conclude Marco Cappiello, Ceo di Enecta. «È un settore emergente che può portare una ventata di novità importante nel mercato italiano. Siamo noi stessi a produrla, i semi che verranno coltivati tra qualche giorno sono registrati dalla UE all’interno di un circuito controllato e molto rigido».
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