Don Antonio Sciarra ricordato in Albania: un viale in suo nome
Con la sua missione ha creato lavoro e aiutato tanti bambini «Saremo eternamente grati al sacerdote marsicano»
TAGLIACOZZO. L’Albania non ha dimenticato don Antonio Sciarra, morto nel dicembre 2012 all’età di 75 anni. Dopo essere stato insignito dal governo albanese della massima onorificenza – l’Ordine di santa Maria Teresa di Calcutta – ora la cittadina di Blinisht, dove per 20 anni il sacerdote marsicano è stato missionario e, per sua espressa volontà, è stato sepolto, gli ha dedicato il viale che collega il paese con l’autostrada Scutari-Tirana.
«Il mio Paese», testimonia uno dei più autorevoli esponenti della comunità albanese di Tagliacozzo, Gjon Dodani, «sarà eternamente grato a don Antonio per avere svolto un’infaticabile opera non solo di evangelizzazione, visto che nella sola provincia di Lezhe sono nate ben nove chiese, ma anche di promozione culturale e sociale del popolo albanese. Ha promosso l’artigianato, istituendo corsi di formazione per muratori, elettricisti, idraulici e saldatori, e l’agricoltura, in particolare l’olivicoltura. Ha creato in sostanza le condizioni perché gli albanesi trovassero lavoro nel loro Paese e non fossero costretti a emigrare».
Don Antonio era un missionario coraggioso. Nel 1997, allo scoppio della guerra civile, tutti i sacerdoti, su invito del Papa, lasciarono l’Albania, per motivi di sicurezza. Rimase solo don Antonio. Incurante dei rischi cui andava incontro, correva da una parte all’altra per soccorrere i feriti e aiutare chi aveva bisogno. Cento bambini, gravemente feriti, grazie al suo interessamento, sono stati trasportati in ospedali italiani e guariti. In quegli anni don Antonio, però, non si prodigò solo a risollevare le sorti di un popolo povero e oppresso per quasi mezzo secolo dal regime comunista di Enver Hoxha, ma anche ad aiutare gli albanesi emigrati in Italia. Per facilitarne l’integrazione si inventò la Rindertimi, associazione italo-albanese, con sede ad Avezzano, presieduta dal nipote, Gino Milano. Gjon Dodani racconta un aneddoto che dà la misura della riconoscenza del popolo e delle Istituzioni albanesi per questo straordinario sacerdote.
Alla fine degli anni Novanta il presidente della Repubblica albanese, Reshep Meidan, in incognito, si recò a Blinisht per consegnargli di persona il passaporto albanese e la cittadinanza onoraria.
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