Nuovo municipio e danni per 5 milioni In dieci nei guai
Floris e la sua ex giunta martedì davanti alla Corte dei conti L’accusa: «Opera incompletabile». La difesa: «Non è così»
AVEZZANO. Dovranno presentarsi martedì davanti alla Corte dei conti per una richiesta da 5 milioni e 63mila euro. I componenti dell’ex giunta comunale di Avezzano, guidata dall’allora sindaco Antonio Floris, e due tecnici, sono accusati di presunti illeciti nella costruzione del nuovo municipio, struttura ancora chiusa perché incompleta. Nel mirino del sostituto procuratore generale, Erika Guerri, ci sono, oltre al primo cittadino, Iride Cosimati, ex vicesindaco, Vincenzo Ridolfi, Ernesto Gallipoli, Marco Boleo, Bruno Di Cola, Domenico Mancini e Maurizio Bianchini, ex amministratori presenti alla delibera di giunta numero 374 del 19 novembre 2008, e i tecnici Massimo De Sanctis, all’epoca responsabile dell’Ufficio urbanistico, e Paolo Santoro, ingegnere e direttore dei lavori. Questi ultimi accusati di dolo, mentre la giunta di colpa grave. Secondo l’accusa, si tratta di un’opera che non è completabile e quindi non utilizzabile. Per il collegio difensivo, composto dagli avvocati Mario Petrella, Paolo Novella, Roberto Verdecchia, Paola Ciciarelli, Herbert Simone e Giovanni Rosati, «non è vero che l’opera non può essere completata, visto che l’attuale amministrazione De Angelis ha già deliberato, sia in giunta che in consiglio comunale, l’intenzione di ultimare i lavori». L’inchiesta della Corte dei Conti è partita dopo l’istruttoria della Procura della Repubblica di Avezzano sull’appalto dei lavori per la realizzazione del nuovo municipio, il cosiddetto Contratto di quartiere II, che secondo l’accusa «ha portato alla realizzazione di un’opera incompiuta totalmente inadatta a ospitare la sede di uffici pubblici». Le indagini avrebbero accertato che «a fronte di un’opera costata 5 milioni e 63mila euro e degli stati di avanzamento susseguitisi negli anni, il Comune di Avezzano, al termine dei lavori appaltati e a seguito della delibera di variante di giunta comunale su proposta dei tecnici a fine 2008, avrebbe commissionato e avuto in uso un edificio municipale privo di impianto termico, impianto elettrico, impianto antincendio, accessori, tramezzi e serramenti interni, ma dotato di una parete ventilata, né richiesta dalla normativa sul risparmio energetico, né tecnologicamente idonea a produrre le qualità di ossigeno promesse». In pratica il nuovo Municipio risultava essere «uno scatolone vuoto di cemento».
Nei processi penali, l’ex assessore Vincenzo Ridolfi è stato assolto anche in Corte d’Appello con sentenza passata in giudicato, mentre il costruttore Goffredo Mascitti e i due tecnici Santoro e De Sanctis sono stati condannati con rito abbreviato e con l’accusa di truffa aggravata in concorso a un anno e otto mesi.
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