Petrocchi: «Il terzo giorno dell’Aquila è la ricostruzione»
Il messaggio del porporato in chiusura della processione Gruppi e movimenti sfilano con i simboli della Passione
L’AQUILA. «La resurrezione fissa un tempo che è il terzo giorno. E questo chiama L’Aquila a un impegno preciso sui tempi della ricostruzione che non può avvenire su parametri temporali indefiniti». Ancora una volta, il cardinale Giuseppe Petrocchi associa la condizione della città alle sofferenze del Cristo, nel momento, forse, più intenso del calendario liturgico: il Venerdì santo. Parole che non perdono occasione per mettere l’accento sulla distruzione e la morte, lasciando tuttavia un alito di speranza propria del periodo pasquale, un bagliore di resurrezione scandito a ogni passo della via Crucis. «Risorgere», ha detto Petrocchi, «non vuol dire ripristinare le cose com’erano, ma protendersi verso qualcosa di nuovo». Parole che fanno breccia sul sagrato della basilica di San Bernardino, anche quest’anno punto di arrivo e partenza della processione. IN STRADA. Poco dopo le 20, escono i vigili urbani, con i gonfaloni istituzionali, quindi lo stemma della congregazione della Salus Populi aquilani e gli stemmi dei quartieri. La Croce bianca a scortare il grande organo e le confraternite con l’incensiere con conche di rame (Maria Santissima di Coppito), l’Allegoria della Croce (Immacolata di Paganica). Poi, il simbolo del Tradimento accompagnato dagli scout Agesci, il simbolo della Condanna, con gli scout Fse e il simbolo della Derisione, col gruppo alpini “Jacobucci”. La parrocchia di Pile accompagna il drappo del Volto Santo, mentre l’Ama segue il gruppo figurativo dell’Ultima cena, seguito dai gruppi del Dolore (confraternita Maria delle Grazie di Tempera), Passione (Sant’Antonio di Paganica), degli Apostoli (Maria Santissima di Pianola) e della Via Crucis (Jemo ’nnanzi). Gli studenti del Liceo Bafile sfilano insieme all’incensiere in rame. La Croce Rossa accompagna la Sacra Sindone, prima del simulacro degli Angeli e del simbolo delle Vittime del sisma, con i familiari e l’associazione Gran Sasso Soccorso. In processione anche gli sbandieratori con il Cero sacro, mentre la confraternita del Carmine accompagna l’Angelo col calice aprendo la strada al coro e all’orchestra del Venerdì santo. Quindi il Club alpino con lo Stendardo dei Quattro evangelisti ad aprire la strada all’associazione Cavalieri del Venerdì Santo e ai Cavalieri del Santo Sepolcro. La confraternita Maria Santissima Addolorata precede la Statua della Vergine e i rappresentanti istituzionali. Ai vigili del fuoco l’onore di scortare quest’anno il simulacro del Cristo morto. Il corteo attraversa piazza Duomo per poi risalire lungo corso Vittorio Emanuele, per rientrare a San Bernardino.
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