Pinotti: ho scelto L’Aquila per il legame con gli alpini

30 Maggio 2017

Il ministro della Difesa: le calamità del Centro Italia ci hanno fatto ripensare ai tagli Il Battaglione Orta servirà a essere preparati anche per eventuali scenari internazionali

L’AQUILA. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, è arrivata all’Aquila, alla caserma Pasquali-Campomizzi, sede del 9° Reggimento Alpini, a bordo di un’Audi con vetri posteriori oscurati, scortata da altre quattro autovetture, intorno alle 14.15. Dopo un breafing con i Capi di stato maggiore nella palazzina comando e un light brunch, un pranzo leggero, a base di insalata e quinoa (pianta con le stesse qualità di spinaci e barbabietole - la Pinotti è vegetariana) e acqua minerale, il ministro della Difesa ha aperto la cerimonia per l’istituzione del Battaglione Orta, dedicato agli interventi in caso di emergenze per calamità naturali.
Ministro Pinotti, perché questo nuovo Battaglione? Il governo non sta tagliando le Forze armate?
«È un Battaglione per gli alpini. È vero che lo Stato ha deciso tagli nel passato, ma queste nuove emergenze, che hanno colpito soprattutto il Centro Italia, ci hanno indotto a costituire un reparto, che può essere operativo sul posto. Quindi ora si è deciso di razionalizzare, ma anche incrementare dove c’è necessità».
E perché è stata scelta L’Aquila?
«L’Aquila e l’Abruzzo hanno avuto sempre una presenza significativa dell’Esercito, con le Forze armate e con gli alpini in particolare. Anche se molto è stato ridotto in passato. Per la prima volta, però, con il Battaglione Orta, invertiamo la tendenza».
L’inversione è dovuta solo alle calamità?
«Lo facciamo perché serve alla nostra missione principale: la difesa della patria. Avere delle capacità del Genio alpino, permette di proiettarci in altri scenari, nelle piazze straniere, con maggiore facilità. L’indirizzo duale con la Protezione civile è importante, perché dobbiamo essere preparati agli eventi».
Il Battaglione speciale Orta è destinato a crescere?
«I numeri per ora dicono 260, ci sono alcune professionalità presenti, altre saranno incrementate, così come il parco mezzi. Il Genio alpino ha competenze specifiche, che consentono di operare in situazioni di possibili calamità, ma anche di proiettarsi in altri teatri».
È un balzo in avanti dello Stato, visto lo scenario internazionale?
«Vorrei dei balzi in avanti, ma bastano per ora i passi. Le minacce (terroristiche, ndr) inducono a metterci insieme. Alcuni assetti, particolamente costosi, non possono essere a disposizione di una singola nazione. Si va più veloci con l’intesa».
L’Aquila può stare tranquilla ora: niente smantellamento della Pasquali-Campomizzi?
«Volendo incrementare la presenza militare in città, sarebbe in controtendenza eliminarla. L’indirizzo politico che ho dato è di potenziare per restare ed essere ancora più capaci negli interventi».
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