Post sisma e norme caos Tanti gli interventi del Tar

I giudici: i consorzi sono enti privatistici, possono affidare appalti senza limiti Pratiche e contributi, il Comune non può sottrarsi alle proprie responsabilità

L’AQUILA. È ancora una volta il terremoto a tenere banco nell’attività dei giudici amministrativi d'Abruzzo. Giornalmente l'80% del lavoro ruota attorno a questioni legate al sisma. A dirlo, ieri mattina, è stato il presidente del Tar Abruzzi, Saverio Corasaniti, a margine della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario 2013.

Le problematiche connesse al sisma aquilano sono tra quelle che più impegnano i giudici. «Non è facile per noi gestire la mole di lavoro», ha spiegato il presidente Corasaniti. «Dovrebbe essere, a monte, compito dell'amministrazione pubblica analizzare le situazioni concrete», ha detto il giudice, lasciando intendere che si è ormai instaurato un "circolo vizioso" tra errori e omissioni che avvengono sempre più spesso a livello di Pubblica amministrazione, con i cittadini costretti a ricorrere al Tar per vedere riconosciuti i propri diritti. Diverse le sentenze del Tribunale amministrativo che pongono punti fermi su alcuni aspetti legati al post-sisma. I giudici del Tar Abruzzi hanno, in particolare, riconosciuto «natura privatistica ai consorzi», intervenendo, così, sulla natura giuridica dei consorzi obbligatori, i quali hanno la funzione di gestire in maniera unitaria la riparazione o la ricostruzione degli aggregati.

In pratica, secondo il Tar «il giudice amministrativo non può sindacare l'eventuale illegittimità degli atti di affidamento degli incarichi di progettazione ed esecuzione dei lavori, trattandosi di vicende di matrice e regolamentazione interamente privatistica». Per questo motivo «i consorzi», si legge nella relazione, «non sono assoggettati alla normativa sull'accesso agli atti amministrativi, richiesto da imprese interessate all'affidamento dei lavori di ricostruzione dell'aggregato». In un'altra sentenza, i giudici amministrativi individuano come «dominus» dell'istruttoria e del provvedimento finale «il soggetto tenuto alla definizione del procedimento di ammissione al contributo per la riparazione o ricostruzione degli immobili danneggiati». Al tale "soggetto" spetta il compito «di regolare l'apporto tecnico delle strutture ausiliarie», si legge ancora nel documento. Il Tar interviene anche sulla «corresponsione del contributo per l'acquisto di un'abitazione sostitutiva dell'immobile danneggiato dal sisma». «La situazione si qualifica», in questi casi, «come diritto soggettivo, dunque estraneo alla giurisdizione del giudice amministrativo». «Ci troviamo a lavorare giornalmente su questioni connesse con il sisma», ha commentato Corasaniti. «C'è stata una drammaticità alla quale il governo ha cercato di porre rimedio, ma non sempre si è agito con lucidità, per questo i contenziosi sono aumentati». Nel corso della relazione introduttiva, il presidente Corasaniti ha sottolineato l'efficienza della giustizia amministrativa, definendo i tempi del Tar «meno preoccupanti rispetto a quelli di altre giurisdizioni». «Il problema della durata dei processi», ha aggiunto, «deve essere risolto se si vuole restaurare il senso di legalità e uno Stato più efficiente». Al primo posto delle materie oggetto di controversia in Abruzzo ci sono i contenziosi legati all’edilizia e all’urbanistica (soprattutto l’abusivismo edilizio); al secondo autorizzazioni e concessioni; al terzo si pongono i ricorsi in materia sanitaria. All’Aquila continua a preoccupare il ricorso al Tar per risolvere la mancata regolamentazione delle cosiddette «aree bianche», gestite sempre più spesso da commissari ad acta. Una situazione che i giudici definiscono «un’anomalia».

Marianna Gianforte

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