Ragazzi del Vico-Ovidio al lavoro nelle terre della ‘ndrangheta
Ospitati 5 giorni in un campo nel Crotonese, uno dei possedimenti sottratti alla criminalità organizzata L’insegnante La Civita: «Dimostrato spirito di adattamento, senza televisione e comfort»
SULMONA. Dal campo della Cepa alle ville degli Arena ci sono poco più di cento passi. Mentre l’autobus circoscrive la cinta muraria del complesso che ospita la ‘ndrina dominante a Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, fai fatica a immaginarti come si svolga, nel quotidiano, la vita dei boss della ‘ndrangheta. Le terre confiscate sono proprio lì di fianco. È in questa zona che si concentrano i laboratori didattici di Libera Terra, portati avanti all’interno di campi sottratti alla criminalità organizzata per farne occasione di lavoro e sostentamento. Arance da raccogliere, vivai da far fiorire, erbacce da estirpare e canali da ripulire. Dai cappelli gialli della cooperativa Terre Joniche – che gestisce questi possedimenti col coordinamento di Raffaella Conci – spuntano i ragazzi del 2bm dell’istituto Vico-Ovidio di Sulmona, ospiti di un campo lavoro in un viaggio volto ad accrescere la consapevolezza sulle mafie. Cinque giorni per conoscere da vicino le dinamiche di una piaga che rallenta la crescita della Calabria, così come di tante altre regioni in Italia. Preziose le testimonianze, da quella dell’imprenditore agricolo Giacinto Berardi, capace di dire no al pizzo o a qualsiasi offerta di “collaborazione” da parte delle ‘ndrine locali, a quella di Matteo Luzza che ha vissuto sulla propria pelle la violenza della ‘ndrangheta. Il 15 gennaio del 1994 uccisero il fratello Giuseppe, poco più che ventenne. La sua “colpa”, quella di aver amato una ragazza al posto sbagliato e al momento sbagliato. E poi Bruno Palermo, giornalista e scrittore, autore di un libro che raccoglie storie di minori uccisi dalle mafie. Il volume fa memoria di tutte le storie di minori vittime innocenti, a testimonianza che le mafie hanno sempre ucciso i bambini. Le regole per le quali donne e bambini non vanno toccati sono un falso mito.
Un viaggio alla scoperta dei meccanismi della filiera agricola, un sistema che mette in relazione i produttori, le aziende biologiche, i rivenditori al dettaglio e i consumatori. Un contesto in cui l’intervento della mafia si concretizza in atti intimidatori, violenze, pressioni e ritorsioni. «Nel 2002», ha detto ai ragazzi Berardi, l’imprenditore agricolo, «mio padre si trovò tagliate 20 piante d’ulivo per aver detto dei “no” a testa alta. Altre volte, cercano di corromperci, anche solo invitandoci a collaborare con loro». E non è facile evitare di omologarsi, specie quando si ha a che fare con dinamiche di mercato in cui bisogna trovare acquirenti nella zona. «Ma noi non abbiamo paura», ha rimarcato il giovane imprenditore, «gli ulivi tagliati hanno ricominciato a dare frutti mentre chi ha provato a spezzarli è in carcere o è stato ucciso». I ragazzi hanno anche conosciuto delle realtà volte a contrastare la povertà, come l’emporio solidale di Crotone, uno speciale supermarket dove non si paga in euro ma in punti, distribuiti attraverso tessere gratuite.
«Crotone è una città dove c’è molta povertà», ha sottolineato Umberto Ferrari (Libera), «un contesto sociale che naturalmente va a vantaggio della criminalità organizzata. Alla mafia serve che la gente sia povera, perché quando una persona ha bisogno di mangiare è disposta a tutto, anche a commettere delle azioni criminali. Obiettivo di iniziative come l’emporio è quello di spezzare questa catena».
Un’iniziativa, quella della visita dei ragazzi di Sulmona portata avanti, su suggerimento di don Luigi Ciotti, da Loredana La Civita, docente di scienze motorie in collaborazione con la preside Caterina Fantauzzi. «Questi ragazzi si sono trovati a vivere cinque giorni in un contesto difficile, in una struttura senza tv e senza comfort dove ognuno doveva provvedere alle faccende quotidiane. Il gruppo ha dimostrato uno spirito di adattamento eccezionale». Le storie di questi ragazzi, la prima classe in Italia, ospite del campo di lavoro della cooperativa Terre Joniche, sono raccolte nel blog studenticontrolemafie.wordpress.com.
I RAGAZZI PARTECIPANTI: Riccardo Berardini, Alessandra Bonitatibus, Federico Bozzo, Samuele Ciampitti, Cristian Curto, Francesco D'Ascenzo, Davide De Vincentis, Luigi Del Conte, Andrea Di Felice, Lorenzo Di Girolamo, Ivan Falcini, Loris Marsili, Nicholas Onesta, Erica Pecce Tommaso, Valerio Pelino, Serena Petrella, Federica Ranalli, Paul Rusu, Fatime Tusha, Federico Verrocchi, Mattia Villa.
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