Ritrovato affresco di Saturnino Gatti nella chiesa di San Pietro a Coppito
Un affresco raffigurante l'adorazione dei pastori è stato ritrovato nella chiesa di San Pietro, a Coppito (L'Aquila), durante i lavori di messa in sicurezza dell'edificio religioso per la riapertura natalizia. La suggestiva immagine e' spuntata fuori dall'apertura di alcune tamponature laterali, causata dal sisma
L’AQUILA. Un affresco raffigurante una scena dell'adorazione dei pastori è stato ritrovato nella chiesa di San Pietro, nella frazione di Coppito durante i lavori di messa in sicurezza in vista della prossima riapertura a Natale. L'affresco, probabilmente di Saturnino Gatti è venuto fuori dall'apertura di alcune tamponature laterali a causa del sisma.
"Si tratta di un ritrovamento eccezionale - ha commentato l'arcivescovo metropolita, Giuseppe Molinari - specie a pochi giorni dal Natale". La Soprintendenza è stata chiamata in causa durante i lavori, condotti dall'impresa Sap, sotto il coordinamento di Giuseppe Tempesta. "Nel corso dell'analisi di tutto il quadro fessurativo - spiega l'architetto Marcello Marchetti, della Soprintendenza - abbiamo notato una serie di lesioni, così nelle operazioni di scuci e cuci ci siamo accorti di questi lavori che venivano eseguiti a partire dalla facciata".
Secondo l'architetto della Soprintendenza questo affresco è stato chiuso nel XVIII secolo, quando a seguito ancora del terremoto del 1460, la chiesa benedettina a tre navate è diventata in un'aula unica. Dopo il terremoto del 1703 - ha proseguito - la chiesa è stata ricomposta in maniera barocca mettendo gli altari e chiudendo tutta la parte presbiteriale per cui la zona dietro non era più a vista, ma il sisma del 6 aprile ha aperto le tamponature restituendo questo affresco".
Secondo la storica dell'arte Biancamaria Colasacco, l'affresco è ragionevolmente databile tra l'ultimo decennio del 1400 e il primo decennio di 1500. "La qualità di questo frammento - spiega - che era il fondo di un'edicola anche essa affrescata, ci consente di azzardare l'ipotesi che si tratti di Saturnino Gatti".
"Si tratta di un ritrovamento eccezionale - ha commentato l'arcivescovo metropolita, Giuseppe Molinari - specie a pochi giorni dal Natale". La Soprintendenza è stata chiamata in causa durante i lavori, condotti dall'impresa Sap, sotto il coordinamento di Giuseppe Tempesta. "Nel corso dell'analisi di tutto il quadro fessurativo - spiega l'architetto Marcello Marchetti, della Soprintendenza - abbiamo notato una serie di lesioni, così nelle operazioni di scuci e cuci ci siamo accorti di questi lavori che venivano eseguiti a partire dalla facciata".
Secondo l'architetto della Soprintendenza questo affresco è stato chiuso nel XVIII secolo, quando a seguito ancora del terremoto del 1460, la chiesa benedettina a tre navate è diventata in un'aula unica. Dopo il terremoto del 1703 - ha proseguito - la chiesa è stata ricomposta in maniera barocca mettendo gli altari e chiudendo tutta la parte presbiteriale per cui la zona dietro non era più a vista, ma il sisma del 6 aprile ha aperto le tamponature restituendo questo affresco".
Secondo la storica dell'arte Biancamaria Colasacco, l'affresco è ragionevolmente databile tra l'ultimo decennio del 1400 e il primo decennio di 1500. "La qualità di questo frammento - spiega - che era il fondo di un'edicola anche essa affrescata, ci consente di azzardare l'ipotesi che si tratti di Saturnino Gatti".