RIVISONDOLI-ROCCARASO
Tagliati gli storici alberi dell'Altopiano delle 5 miglia
Costeggiavano la Statale 17, rendevano il paesaggio unico. La denuncia degli ambientalisti e di Damiani: "Uno scempio". L'Anas: motivi di sicurezza
PESCARA. La notizia circola sul web e a desta scalpore e tristezza in tutti coloro che ricordano sulla Piana delle 5 Miglia quel viale di pini neri del famoso paesaggio montano a oltre 1.200 metri di altitudine tra i comuni di Rocca Pia, Roccaraso, Rivisondoli, Pescocostanzo, Castel di Sangro, via di accesso ai Parchi nazionali e località turistiche d'eccellenza, e di attraversamento tra l’Adriatico e il Tirreno. Un verdeggiante viale alberato che accompagnava gli automobilisti nella traversata di quella che è stata battezzata "La Siberia italiana". E che ora non c'è più.
Sono 70 i pini buttati giù dall'Anas, ed è rivolta. Il Coordinamento nazionale alberi e paesaggio onlus denuncia che "sono stati tagliati senza alcuna analisi approfondita, senza un progetto di valorizzazione e sostituzione, solo perché hanno sempre dato fastidio agli automobilisti amanti della velocità e perchè si spezzavano con i forti venti e le intemperie".
Giovanni Damiani, storico ambientalista abruzzese, sulla sua pagina Fb posta: "La motivazione (presunta) è che il vento forte che ha raggiunto i 150 km/h, ha spezzato i rami rimasti sulla strada... per cui si procede al taglio dei fusti. E dire che quegli alberi che hanno dato prova di eroica resistenza a quelle condizioni ambientali (l’Altopiano è definito “la Siberia” d’Abruzzo) vennero piantati proprio per la sicurezza delle persone, affinché potessero orientarsi e mantenersi sulla strada durante le bufere di neve. Inoltre avevano la funzione di impedire lo smottamento del rilevato stradale dal momento che ai suoi lati a primavera e in autunno i campi sono completamente allagati".
I filari storici sono quelli dell'Altopiano lungo i 9 km della Statale 17. Un viale alberato simbolo dell'Abruzzo è fotografato dai turisti, una icona della montagna abruzzese. Alberi eroici e resistenti questi pini di montagna, che negli ultimi tempi hanno sofferto i repentini cambiamenti climatici con disseccamenti e crolli di rami. Una fine indecorosa per un bene ambientale conosciuto e amato. "In un paese civile e virtuoso la miglior strada sarebbe stata quella della gestione e della graduale riprogettazione del viale alberato con sostituzione dei pini veramente compromessi", aggiunge il Coordinamento nazuionale alberi, "ma come capita di questi tempi, l'ignoranza si unisce alla dilagante fobia degli alberi che colpisce un po' tutti. Viviamo tempi difficili in cui la professionalità di chi cura il paesaggio e i beni ambientali è totalmente calpestata". Adesso i 70 pini giacciono ai bordi della SS-17 al km 9, come tanti bisonti abbattuti, tanti ricordi cancellati sempre.