Villa Sant’Angelo esempio di una buona ricostruzione
Ci sono ancora puntellamenti e macerie, ma molti aggregati sono già riedificati E il primo cittadino Nardis prevede la rinascita, entro il 2022, dell’80% del paese
VILLA SANT’ANGELO. Sul campanile della chiesa parrocchiale di San Michele l’orologio segna le 3.46. Il sei aprile 2009 andava quattordici minuti avanti. Quelle lancette sono ancora oggi segno e memoria. Il novanta per cento delle case di Villa Sant’Angelo nove anni fa crollò o subì gravi danni. Il paese in pochi secondi fu ridotto in macerie. Diciassette le persone inghiottite nel buio della notte. A ricordarle c’è un monumento inaugurato pochi mesi dopo, nel gennaio 2010.
Segno e memoria. Da cui è partita la voglia di rinascere. Villa Sant’Angelo può essere considerato un buon esempio di ricostruzione. Quando si arriva sulla piazza principale basta uno sguardo per capire che qui si è fatto molto e anche con logica e razionalità. Le case e i palazzi tutt’intorno sono rinati, alcune famiglie sono “rientrate”. E poi il municipio, l’ufficio postale, la pavimentazione rinnovata. Le tante auto parcheggiate danno l’idea che si tratta di un posto frequentato e vitale. Su una bacheca c’è il manifesto con il programma della festa della Madonna della Libera che si conclude stasera, alle 21,30, con l’esibizione di ’Nduccio.
Le luminarie “addobbano” strade, angoli e viuzze che nell’aprile 2009 erano il triste palcoscenico di una tragedia infinita. Ma la sensazione che qui si è lavorato bene non nasce solo da quello che è stato già ricostruito o è in ricostruzione. Ci sono anche puntellamenti, macerie, aree dove sono rimaste solo le tracce degli edifici pre-sisma. Tutto però sembra “caos” organizzato.
Mancano molti tasselli per completare il puzzle eppure il disegno finale già si intravede. I numeri parlano di 43 aggregati in totale (14 nella frazione di Tussillo) e più della metà o sono stati già riedificati o sono in fase di completamento. Tra un mesetto partiranno i lavori per i sottoservizi: il primo lotto prevede una spesa di 350mila euro.
«Le previsioni», dice il sindaco Domenico Nardis «sono che entro il 2022 l’ottanta per cento del paese sarà rinato». Una previsione che qui, più che altrove, appare realistica. Nel 2009 il primo cittadino di Villa Sant’Angelo era Pierluigi Biondi che oggi occupa la poltrona più importante di Palazzo Fibbioni, sede del Comune dell’Aquila. Biondi abita in un Map, nel villaggio provvisorio. Conta di tornare a vivere al più presto in un bell’edificio che si affaccia sulla piazza dove una volta c’era la tabaccheria dei genitori.
«La ricostruzione», dice oggi Biondi “ospite” nel suo ex municipio sorto al posto della vecchia scuola elementare, «è stata pianificata sin dai mesi dell’emergenza. Non abbiamo lasciato nulla al caso. Nel nostro cronoprogramma elemento fondamentale è stata la necessità di ricostituire il prima possibile i luoghi della comunità. Ecco perché siamo partiti dalla piazza e poi siamo andati avanti a raggiera. Il tutto fatto sempre coinvolgendo la popolazione nelle scelte». A Villa Sant’Angelo furono realizzati 94 moduli abitativi provvisori (chiesa compresa).
La gestione dei Map può essere considerata un altro esempio di buone pratiche. Negli anni si sono liberate trenta casette che sono state date in affitto a chi le chiedeva, con priorità alle giovani coppie o a famiglie con particolari problemi.
L’affitto è fissato in 200 euro mensili per le strutture con una camera e in 250 se con due camere. Questo consente di ricavare una discreta somma che viene utilizzata, in parte, per eventuali manutenzioni alle casette. C’è poi un Map, il numero 56, che è riservato a chi abita lontano da Villa Sant’Angelo ma vuole tornare per qualche settimana in estate o quando lo desidera. Quest’anno ci sono talmente tante prenotazioni che il sindaco Nardis ha deciso di mettere a disposizione degli emigranti un altro Map. Una scelta che piace perché consente – a chi vuole respirare una volta all’anno l’aria del paese natìo – di passare qualche bella serata con amici, parenti e conoscenti. Le attività commerciali sono ancora nei pressi del villaggio provvisorio. Sono più o meno le stesse di nove anni fa, anzi si è aggiunto un centro estetico. La pioggia – che non ha mollato un attimo – e le nuvole basse, ieri mattina hanno un po’ nascosto lo splendido paesaggio, fatto soprattutto di colline di un verde abbagliante, che circonda Villa Sant’Angelo.
Una volta terminata la ricostruzione il problema vero diventerà quello di dare occasioni di lavoro e opportunità per avviare attività (magari nel campo del turismo) a chi vuole restare. Le grotte di Stiffe sono a due passi (anche se ricadono nel comune di San Demetrio).
I panorami mozzafiato, la qualità della vita, la relativa vicinanza con il capoluogo sono elementi importanti, ma non danno certezze. Ma forse non servono grandi progetti.
Il sindaco Nardis, per esempio, da tempo chiede fondi per rendere percorribile alle auto una strada già esistente che in sei chilometri porterebbe a Fontavignone, sull’Altopiano delle Rocche. Si può facilmente immaginare il ritorno turistico che un tale collegamento potrebbe avere non solo per Villa Sant’Angelo ma anche per i comuni vicini, tra cui Fossa.
E per una curiosa coincidenza ieri mattina nel municipio di Villa Sant’Angelo si sono trovati tre sindaci: Biondi, Nardis e Fabrizio Boccabella che a Fossa fa il primo cittadino e a Villa e a Poggio Picenze (a scavalco) svolge l’attività di funzionario comunale. Tre primi cittadini e migliaia di problemi da risolvere.
Ma almeno a Villa Sant’Angelo un po’ di luce in fondo al tunnel si comincia a vedere.
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