«Acqua più pulita» L’Aca svela  che mare ci aspetta 

Luca Toro, presidente del cda dell’Azienda acquedottistica: «Avremo una significativa riduzione degli sversamenti»

PESCARA. «Un miglioramento generale della qualità delle acque del mare già a partire dalla prossima stagione estiva» e «una significativa riduzione del fenomeno degli sversamenti dei reflui nel fiume» che da anni provoca l’apposizione dei divieti di balneazione sulle spiagge dopo ogni pioggia abbondante. Ad annunciarlo è Luca Toro, presidente del consiglio di amministrazione dell’Aca, l’azienda comprensoriale acquedottistica che, in qualità di ente appaltante, in questi mesi sta procedendo a ritmo spedito con la prima fase dei lavori di adeguamento e ottimizzazione del depuratore.
I primi risultati si potranno scorgere dai cittadini già con i primi bagni in mare, all’inizio della stagione estiva. Ma il percorso che porterà ad aumentare di quattro volte la capienza è ancora lungo e, secondo le previsioni dell’Aca, si concluderà il prossimo anno. Intanto, i primi interventi ad essere consegnati e messi in funzione tra la metà e la fine di giugno riguardano il nuovo sistema di pretrattamento potenziato dei reflui e il potenziamento dell’ultimo tratto di sollevamento in via Raiale, quello in sostanza che porta i reflui al depuratore. Entrambi i lavori, che vedranno la luce all’inizio della stagione balneare, rientrano nell’appalto di adeguamento e ottimizzazione del depuratore di Pescara, finanziato con 8 milioni e 500mila euro di risorse Fsc (Fondo sviluppo e coesione), che vede l’Aca quale ente appaltante e l’Ersi quale ente attuatore.
Successivamente, con ulteriori 4 milioni, si effettuerà il potenziamento delle attuali vasche di ossidazione, si realizzerà una nuova sedimentazione secondaria e una nuova vasca di disinfezione finale con sezione di microfiltrazione e disinfezione ultravioletti.
«Il sistema di pretrattamento potenziato dei reflui», spiega il presidente Luca Toro, «in pratica consentirà di aumentare la portata del depuratore da 4.000 a 8.700 metri cubi l’ora e permetterà di trattare i reflui attraverso processi meccanici di dissabbiatura, ossia di rimozione di sabbie, disoleatura, vale a dire di riduzione e rimozione di materiali sospesi e galleggianti e, in ultimo, di predisinfezione con acido peracetico». L’aumento della portata del depuratore consentirà il trattamento dei reflui anche in tempi di pioggia. «Ma questo non significa che tutto il depuratore è stato potenziato», ammonisce Toro, «perché i lavori di realizzazione della vasca di ossidazione da 18.000 metri cubi partiranno successivamente all’autorizzazione dell’Arta, in quanto andrà realizzata in un’area vicina al depuratore dove in questo momento stiamo facendo la caratterizzazione del terreno. Soltanto dopo la costruzione della vasca di ossidazione, la portata del depuratore aumenterà di quattro volte rispetto alla portata media». I tempi stimati dall’Aca per la conclusione di questa seconda fase di lavori sono più lunghi, si parla del 2020 per arrivare all’obiettivo di una netta separazione fra le acque bianche e nere. Oltre al depuratore di Pescara, l’Aca sta procedendo alla realizzazione, adeguamento e potenziamento di diversi impianti di depurazione anche a Caramanico Terme, Cepagatti, Collecorvino, Lettomanoppello, Penne e Tocco da Casauria. La spesa, pari a 19 milioni di euro, è stata finanziata con il contributo del Fondo sviluppo e coesione per il 90 per cento e, per il 10 per cento, dai proventi delle utenze dell’Aca. In parallelo sono stati stanziati dall’azienda altri 3,5 milioni per il piano di dismissione delle fosse di tipo “Imhoff” sul territorio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA