Da Ruffini a don Palmerino: ecco chi ha onorato Pescara
Riconoscimenti anche per Basel, Barbi, Mauro, Marinelli, Cetrullo e Consoli
PESCARA. L’orgoglio di essere pescaresi. Si leggeva nei volti degli uomini e delle donne che ieri mattina, nel giorno del patrono San Cetteo, in una sala consiliare affollata (oltre 400 persone) di autorità, rappresentanti delle istituzioni comunali, provinciali e regionali, associazioni di volontariato, familiari e amici, nel corso del consiglio comunale solenne presieduto dal sindaco Carlo Masci e dal presidente del consiglio Marcello Antonelli, hanno ricevuto le benemerenze del Ciattè d’oro (riservate ai pescaresi di nascita), del Delfino d’oro (ai pescaresi nati altrove ma vissuti in città) e Ciattè d’oro alla memoria.
Questi ultimi assegnati alle famiglie di personaggi noti che non ci sono più ma che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della città. Medaglie dorate e mazzi di girasoli a chi, attraverso il lavoro e la personalità industriosa ed eclettica, ha contribuito a dare lustro e a far crescere e far conoscere la città nel mondo.
Sono artisti, imprenditori, medici, docenti, politici, giornalisti, che si sono «distinti nei diversi ambiti della cultura e del vivere civile» votati da una commissione di saggi composta dal sindaco Masci e da Domenico Cappuccilli, Tino Di Sipio (assenti), Luciana Vecchi, Michela De Amicis, Piergiorgio Landini, Dante Marianacci, Claudio Palma, Gianfranco Visci e Silvio Profico.
La cerimonia, presentata da Francesca Priore, è iniziata con l’inno di Mameli intonato da Elena Polidoro, allieva del conservatorio D’Annunzio. Quindi Antonelli, che di Pescara ha detto «è una città bella dove ci sono persone che con passione, dedizione, impegno e abnegazione, l’hanno portata alla ribalta nazionale». Personaggi verso i quali, il sindaco Masci ha un «sentimento di riconoscenza e di affetto» e citando la dannunziana guerra del ponte, don Brandano e San Cetteo, ha concluso: «Essere pescaresi è una vocazione».
Ciattè d’oro a don Palmerino Di Sciascio, classe 1925, per 56 anni parroco del Rosario, «fondatore dal nulla della chiesa di via Cavour e punto di riferimento della diocesi» ha esordito il vescovo monsignor Tommaso Valentinetti che ha rivolto all’anziano parroco parole di ringraziamento. Don Palmerino, assiso in carrozzella, lucidissimo 94enne, ha voluto dire la sua: «La vita del prete è preziosa, è un lavoro difficile perché si ha a che fare con tante persone diverse». E ha strappato l’applauso del pubblico quando si è lasciato scappare: «Con don Nicola Spadaccini abbiamo fondato la parrocchia che è più importante del Comune».
Per Vincenzo Marinelli, imprenditore in ambito farmaceutico ed ex patron del Pescara calcio, assente ieri in aula perché impegnato in Irlanda con la nazionale europea under 21, ha ritirato il premio la nipote Eleonora Marinelli che ha riconosciuto allo zio «altissime capacità manageriali e un impegno “patologico” nel gestire la vita sportiva con passione e dedizione».
La città è invasa dalle opere del poliedrico artista (ceramista, scultore, incisore, pittore) Enea Cetrullo, col fiato mozzato dall’emozione. Ha rivelato che i nudi che dipinge hanno una musa ispiratrice «mia moglie Giulia» presente in sala insieme alla figlia Vanessa.
Ezio Barbi, 86 anni, maresciallo dell’Aeronautica in pensione, ha ringraziato i compagni di lavoro (tanti in aula, guidati dal colonnello Bartolomeo Di Pinto) e poi Gianni Teodoro e Armando Foschi che hanno suggerito il suo Ciattè.
Delfino d’oro a Giulia Basel (vero nome Anna Lisa Vellaccio), romana, attrice teatrale e fondatrice 32 anni fa del teatro Florian Metateatro insieme ai fratelli Anna Paola e Massimo, che ha dedicato il premio a «papà Giuseppe Carlo, scomparso all’età di 54 anni e mamma Antonietta D’Antuono di Catignano, ultranovantenne, che ci hanno fatto conoscere Pescara». Agostino Consoli, endocrinologo, si è rammaricato di aver «tradito Pescara per gli Usa» e ha dedicato il premio a papà Giuseppe e alla moglie Prisca Montani. L’economista Giuseppe Mauro ha citato «gli insegnamenti di Federico Caffè» che il docente alla D’Annunzio ha applicato «nella conoscenza del territorio» e ha ringraziato la moglie Gabriella e la famiglia.
«Ho girato il mondo, ma Pescara è sempre nel cuore» ha rivelato l’astrofisico Remo Ruffini, direttore del centro Icranet di piazzale stazione «fortemente voluto da Carlo Pace». E ha ricordato che tra i «cittadini onorari c’è anche il matematico neozelandese Roy Patrick Kerr». Intervalli musicali curati dalla violinista Kristina Esekova e dal chitarrista Simone D’Andreagiovanni.
Questi ultimi assegnati alle famiglie di personaggi noti che non ci sono più ma che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della città. Medaglie dorate e mazzi di girasoli a chi, attraverso il lavoro e la personalità industriosa ed eclettica, ha contribuito a dare lustro e a far crescere e far conoscere la città nel mondo.
Sono artisti, imprenditori, medici, docenti, politici, giornalisti, che si sono «distinti nei diversi ambiti della cultura e del vivere civile» votati da una commissione di saggi composta dal sindaco Masci e da Domenico Cappuccilli, Tino Di Sipio (assenti), Luciana Vecchi, Michela De Amicis, Piergiorgio Landini, Dante Marianacci, Claudio Palma, Gianfranco Visci e Silvio Profico.
La cerimonia, presentata da Francesca Priore, è iniziata con l’inno di Mameli intonato da Elena Polidoro, allieva del conservatorio D’Annunzio. Quindi Antonelli, che di Pescara ha detto «è una città bella dove ci sono persone che con passione, dedizione, impegno e abnegazione, l’hanno portata alla ribalta nazionale». Personaggi verso i quali, il sindaco Masci ha un «sentimento di riconoscenza e di affetto» e citando la dannunziana guerra del ponte, don Brandano e San Cetteo, ha concluso: «Essere pescaresi è una vocazione».
Ciattè d’oro a don Palmerino Di Sciascio, classe 1925, per 56 anni parroco del Rosario, «fondatore dal nulla della chiesa di via Cavour e punto di riferimento della diocesi» ha esordito il vescovo monsignor Tommaso Valentinetti che ha rivolto all’anziano parroco parole di ringraziamento. Don Palmerino, assiso in carrozzella, lucidissimo 94enne, ha voluto dire la sua: «La vita del prete è preziosa, è un lavoro difficile perché si ha a che fare con tante persone diverse». E ha strappato l’applauso del pubblico quando si è lasciato scappare: «Con don Nicola Spadaccini abbiamo fondato la parrocchia che è più importante del Comune».
Per Vincenzo Marinelli, imprenditore in ambito farmaceutico ed ex patron del Pescara calcio, assente ieri in aula perché impegnato in Irlanda con la nazionale europea under 21, ha ritirato il premio la nipote Eleonora Marinelli che ha riconosciuto allo zio «altissime capacità manageriali e un impegno “patologico” nel gestire la vita sportiva con passione e dedizione».
La città è invasa dalle opere del poliedrico artista (ceramista, scultore, incisore, pittore) Enea Cetrullo, col fiato mozzato dall’emozione. Ha rivelato che i nudi che dipinge hanno una musa ispiratrice «mia moglie Giulia» presente in sala insieme alla figlia Vanessa.
Ezio Barbi, 86 anni, maresciallo dell’Aeronautica in pensione, ha ringraziato i compagni di lavoro (tanti in aula, guidati dal colonnello Bartolomeo Di Pinto) e poi Gianni Teodoro e Armando Foschi che hanno suggerito il suo Ciattè.
Delfino d’oro a Giulia Basel (vero nome Anna Lisa Vellaccio), romana, attrice teatrale e fondatrice 32 anni fa del teatro Florian Metateatro insieme ai fratelli Anna Paola e Massimo, che ha dedicato il premio a «papà Giuseppe Carlo, scomparso all’età di 54 anni e mamma Antonietta D’Antuono di Catignano, ultranovantenne, che ci hanno fatto conoscere Pescara». Agostino Consoli, endocrinologo, si è rammaricato di aver «tradito Pescara per gli Usa» e ha dedicato il premio a papà Giuseppe e alla moglie Prisca Montani. L’economista Giuseppe Mauro ha citato «gli insegnamenti di Federico Caffè» che il docente alla D’Annunzio ha applicato «nella conoscenza del territorio» e ha ringraziato la moglie Gabriella e la famiglia.
«Ho girato il mondo, ma Pescara è sempre nel cuore» ha rivelato l’astrofisico Remo Ruffini, direttore del centro Icranet di piazzale stazione «fortemente voluto da Carlo Pace». E ha ricordato che tra i «cittadini onorari c’è anche il matematico neozelandese Roy Patrick Kerr». Intervalli musicali curati dalla violinista Kristina Esekova e dal chitarrista Simone D’Andreagiovanni.