Doppi incarichi, nel mirino i docenti di Architettura

9 Maggio 2018

Il direttore Fusero: giusto indagare, ma c’è troppa diffidenza verso gli atenei

PESCARA. Docenti col doppio lavoro: nel mirino della Guardia di finanza anche il corso di laurea di Architettura dell'università Chieti-Pescara, diretta da Sergio Caputi.
L'inchiesta "Progetto Magistri", condotta dalle Fiamme Gialle sul territorio nazionale, mette sotto accusa 411 professori, quasi tutti appartenenti ai Dipartimenti di Ingegneria, Architettura e Chimica.
In Abruzzo sono coinvolti 21 docenti dell'università dell'Aquila (10) e Chieti-Pescara 11) che avrebbero mantenuto l'incarico negli atenei senza rinunciare all'attività privata. Paolo Fusero, direttore del Dipartimento di Architettura, contattato dal Centro, conferma il coinvolgimento nell'indagine dell'università di viale Pindaro e l'acquisizione della documentazione negli uffici del dipartimento da parte delle Fiamme gialle, specificando che per alcuni docenti sono scattati gli accertamenti: «Sono al corrente dell’indagine della Guardia di finanza che ha coinvolto le facoltà di Architettura e Ingegneria di tutta Italia per verificare l’osservanza delle disposizioni di legge in materia di incarichi esterni per i professori a tempo pieno. Diversi colleghi – peraltro alcuni oggi in quiescenza - mi hanno riferito di essere stati oggetto, da parte della Guardia di finanza, di accertamenti riguardo ad incarichi esterni all’ateneo da loro svolti nell’ultimo decennio, ma a quanto mi risulta, dopo una prima fase istruttoria, la procedura dovrebbe essersi conclusa, avendo accertato l’insussistenza di alcun reato. I docenti coinvolti erano addirittura a tempo definito per cui pienamente legittimati a svolgere attività libero professionali. Altri hanno portato alla Guardia di Finanza le documentazioni richieste per chiarire le loro posizioni. Vi sono solo un paio di casi di colleghi che pur avendo svolto attività consentite dalla legge, hanno omesso di richiederne l’autorizzazione a suo tempo. Se l’avessero richiesta, non penso ci sarebbero stati problemi per rilasciarla. Un vizio procedurale, quindi».
Che idea si è fatto di questi provvedimenti?
«Sono grato alla Finanza che sta svolgendo il suo compito con grande professionalità e circospezione. Gli accertamenti del rispetto delle regole sono alla base di una società civile e democratica, per cui ben vengano: le nostre porte saranno sempre aperte».
«Nel contempo», prosegue il direttore del Dipartimento, «sono un po’ preoccupato del clima di diffidenza che in questi anni stiamo registrando nei confronti del mondo della scuola, dell’università e della cultura in generale. La figura del professore negli ultimi decenni ha perso progressivamente autorevolezza nella società italiana: prova ne siano i livelli stipendiali, tra i più bassi d’Europa, o gli episodi di bullismo e di aggressione fisica a danno dei professori che le cronache di questi giorni stanno portando alla luce».
Pensa sia stato superato il confine tra lecito e illecito?
«Per quanto riguarda lo svolgimento di attività extra istituzionali da parte dei professori di Architettura o Ingegneria, tengo a precisare che non è solo un diritto dei professori poterle svolgere, così come sancito dalla legge, ma è anche un loro dovere scientifico. Come posso insegnare una materia così professionalizzante come l’architettura, se non ho la possibilità di sperimentarla sul campo? Provate a pensare a un’altra scienza, la medicina: sareste contenti se vostro figlio, studente di chirurgia, avesse dei docenti che non sono mai entrati in una sala operatoria?».
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