E all’Aquila superano gli stipendi
Secondo Info Data, nel capoluogo i pensionati percepiscono più dei lavoratori
PESCARA . Sembra impossibile, uno stereotipo al contrario, e invece nell’Italia dei paradossi accade anche che ci siano delle province nelle quali, sotto il profilo economico, stiano meglio i pensionati che i lavoratori.
A rivelarlo è un’indagine condotta da Info Data(il blog di Data journalism del Sole 24 Ore), basata su dati Istat del 2015. Uno di questi esempi si trova in Abruzzo, ed è rappresentato dalla provincia dell’Aquila, dove un pensionato, di media, percepisce 17.309 euro a fronte dei 16.824 di un lavoratore. Un delta di 485 euro a favore di chi ha già lasciato l’ufficio, la fabbrica, i campi, la scuola e via dicendo, per dedicarsi ad altro. Quello della provincia dell’Aquila è l’unico caso in Abruzzo, ma non in Italia. Nella nostra regione, la provincia con il reddito pro-capite da lavoro più elevato (sempre secondo i dati Istat del 2015) era quella di Chieti (19.365 euro, a fronte di 15.265 euro di pensione). A Pescara uno stipendio medio si aggirava sui 17.226 euro (16.733 l’importo medio delle pensioni). A Teramo, invece, un lavoratore guadagna in media 15.844 euro, e un pensionato ne percepisce 14.981.
A livello nazionale, secondo lo studio di Info Data, una situazione come quella della provincia dell’Aquila, dove cioè mediamente i pensionati sono più ricchi dei lavoratori, si riscontra a Vibo Valentia e Messina, territori nei quali il gap a favore degli anziani va da 2.200 a 2.600 euro; a Viterbo, Rieti, Caserta, Benevento, Salerno, Lecce, Cosenza, Reggio Calabria, Catanzaro, Ragusa, Enna, Trapani, Nuoro, Sassari, Cagliari, dove la differenza è più contenuta. Non mancano esempi neanche al Nord, con Grosseto, Rimini, Livorno e Genova, dove tuttavia la forbice (a eccezione di Grosseto) è meno elevata.
Le province nelle quali, al contrario, conviene lavorare, sono quasi tutte nel Nord. Neanche a dirlo, Milano è la provincia dove conviene continuare a lavorare il più a lungo possibile. Qui nel 2015 un lavoratore dipendente ha guadagnato circa 29mila euro, a fronte dei 21mila percepiti dal pensionato. Nella classifica delle pensioni più ricche emergono la provincia di Roma, (21.532 euro), e Bologna (20.324 euro di pensione, dove anche i redditi medi sono più elevati rispetto alla media, attestandosi a 25.312 euro).
Certo, Trilussa aveva della statistica un’idea personalissima.
«Me spiego: da li conti che se fanno secondo le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo all'anno: e, se nun entra ne le spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perché c'è un antro che ne magna due». Questo per dire che accanto a stipendi e pensioni elevati, è facile anche trovare stipendi e pensioni da fame. (a.bag.)
A rivelarlo è un’indagine condotta da Info Data(il blog di Data journalism del Sole 24 Ore), basata su dati Istat del 2015. Uno di questi esempi si trova in Abruzzo, ed è rappresentato dalla provincia dell’Aquila, dove un pensionato, di media, percepisce 17.309 euro a fronte dei 16.824 di un lavoratore. Un delta di 485 euro a favore di chi ha già lasciato l’ufficio, la fabbrica, i campi, la scuola e via dicendo, per dedicarsi ad altro. Quello della provincia dell’Aquila è l’unico caso in Abruzzo, ma non in Italia. Nella nostra regione, la provincia con il reddito pro-capite da lavoro più elevato (sempre secondo i dati Istat del 2015) era quella di Chieti (19.365 euro, a fronte di 15.265 euro di pensione). A Pescara uno stipendio medio si aggirava sui 17.226 euro (16.733 l’importo medio delle pensioni). A Teramo, invece, un lavoratore guadagna in media 15.844 euro, e un pensionato ne percepisce 14.981.
A livello nazionale, secondo lo studio di Info Data, una situazione come quella della provincia dell’Aquila, dove cioè mediamente i pensionati sono più ricchi dei lavoratori, si riscontra a Vibo Valentia e Messina, territori nei quali il gap a favore degli anziani va da 2.200 a 2.600 euro; a Viterbo, Rieti, Caserta, Benevento, Salerno, Lecce, Cosenza, Reggio Calabria, Catanzaro, Ragusa, Enna, Trapani, Nuoro, Sassari, Cagliari, dove la differenza è più contenuta. Non mancano esempi neanche al Nord, con Grosseto, Rimini, Livorno e Genova, dove tuttavia la forbice (a eccezione di Grosseto) è meno elevata.
Le province nelle quali, al contrario, conviene lavorare, sono quasi tutte nel Nord. Neanche a dirlo, Milano è la provincia dove conviene continuare a lavorare il più a lungo possibile. Qui nel 2015 un lavoratore dipendente ha guadagnato circa 29mila euro, a fronte dei 21mila percepiti dal pensionato. Nella classifica delle pensioni più ricche emergono la provincia di Roma, (21.532 euro), e Bologna (20.324 euro di pensione, dove anche i redditi medi sono più elevati rispetto alla media, attestandosi a 25.312 euro).
Certo, Trilussa aveva della statistica un’idea personalissima.
«Me spiego: da li conti che se fanno secondo le statistiche d'adesso risurta che te tocca un pollo all'anno: e, se nun entra ne le spese tue, t'entra ne la statistica lo stesso perché c'è un antro che ne magna due». Questo per dire che accanto a stipendi e pensioni elevati, è facile anche trovare stipendi e pensioni da fame. (a.bag.)