Fusione nucleare, Abruzzo in corsa per il sito 

In campo una macchina sperimentale da 500 milioni di euro che studia l’energia delle stelle

MILANO. C’è anche l’Abruzzo tra i nove i siti candidati per ospitare il più grande polo nazionale di ricerca sulla fusione nucleare con il super laboratorio Dtt (Divertor Tokamak Test facility), la macchina sperimentale da 500 milioni di euro destinata a fornire risposte chiave sulla fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nucleare, la forma di energia che riproduce i processi interni alle stelle. Al 31 gennaio, data di scadenza del bando promosso da Enea, avevano risposto presentando formale candidatura Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia e Veneto. «Adesso si apre la fase della valutazione, attraverso un percorso pubblico di massima trasparenza e partecipazione, per individuare l’area che, sulla base di criteri oggettivi e di analisi costi-benefici, presenta le migliori caratteristiche tecniche, scientifiche ed economiche», afferma in una nota il presidente dell’Enea, Federico Testa. La commissione di esperti, che dovrà esaminare le proposte e valutarne la rispondenza ai requisiti del bando, sarà presieduta dall’ingegner Alessandro Ortis, ex direttore generale del Ministero dell’industria, già presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas e vicepresidente dei Regolatori europei. Con un investimento di circa 500 milioni di euro, si stima che la Dtt potrà avere un ritorno nel tempo sul territorio ospitante di circa 2 miliardi di euro e impiegherà oltre 1.500 addetti, tra diretti e indotto, per rispondere ad alcune delle maggiori sfide della fusione: gestire i grandi flussi di potenza prodotti dal plasma combustibile e testare nuovi materiali, come i metalli liquidi, a prova di temperature elevatissime. Lo scopo finale della ricerca è mettere al servizio del pianeta la stessa fonte di energia che alimenta il sole e le stelle, grazie all’impiego di un combustibile inesauribile e facilmente reperibile: l’acqua.