«Ma io difendo quel genio di Morandi»
L’articolo scritto per il Centro dall’autore del libro Il ponte di Salle, grande opera ideata dall’ingegnere del viadotto crollato
Dopo il crollo del ponte sul fiume Polcevera a Genova, si sono susseguite interviste a docenti universitari delle facoltà di ingegneria italiane. La dichiarazione che mi ha lasciato più perplesso è stata quella in cui si affermava che «l’opera del Morandi è il fallimento dell’ingegneria italiana».
Niente di più falso. L’ingegner Riccardo Morandi, è stata una straordinaria figura di progettista di opere civili e infrastrutturali d’Italia e non solo, del Novecento. Le sue opere si trovano in tutto il mondo. Philip Johnson, uno dei «padri fondatori» cui gli architetti postmoderni fanno esplicito riferimento, ha avuto modo di dichiarare: «L'obiettivo di un ingegnere non è mai la forma... oh, sì, lo è in Robert Maillart, lo è in quello straordinario ingegnere italiano che è Riccardo Morandi, ingiustamente sottovalutato in questo paese anche se personalmente lo preferisco a Pier Luigi Nervi. Nervi è stato per me un grande progettista di coperture, le più belle coperture del mondo, ma Morandi ha più classe, una maggiore carica progettuale di base, e realizza dei magnifici ponti, delle strutture molto belle, bellissime».
L’INTERVENTO DEL 1962. Nel 1962, l’ingegner Riccardo Morandi, in un suo intervento, scriveva: «La mia in complesso è stata una vita difficile, sempre in polemica sia con gli ingegneri di mentalità più conservativa ed accademica, sia con gli architetti, specialmente quelli della presunzione formale. Una vita in mezzo a diffidenze da parte dei vari ambienti qualificati dall'opinione corrente. Vita difficile che ha prodotto forse in me e nella mia opera qualche asperità polemica».
«Siamo pertanto ormai rassegnati a chiudere la nostra vita scomodamente attendati nella terra di nessuno, tra due opposti schieramenti e due fuochi. Ci basta però di essere riconosciuti sempre coerenti a noi stessi ed in fondo incapaci degli enormi sbalzi di opinione a cui abbiamo assistito in non molti anni, dallo strutturalismo più acceso ed intransigente al neo Liberty, dall'esaltazione del valore del calcestruzzo alla sua negazione e, in sostituzione, all'amore sviscerato ed aprioristico per la struttura metallica, magari quest'ultima trattata con arbitraria reminiscenza formale dei famosi ordini del Vignola».
«Per mio conto continuo a vivere tranquillamente la mia vita di lavoro, attento ad ogni suggerimento offerto dall'evoluzione degli studi statici, dall'avvento di nuovi materiali, dall'umano desiderio di rinnovarmi soprattutto con l'evolversi delle condizioni di vita».
IL PROFESSORE D’ATENEO. Docente di Costruzione di ponti alla facoltà di Ingegneria di Roma, Morandi ricevette la laurea honoris causa dalla Facoltà di Ingegneria di Monaco di Baviera e dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria.
Nel 1948 ottenne il primo dei sette brevetti sul sistema di precompressione.
IL PONTE DI SALLE. L’opera più importante dell’ingegnere Morandi, in Abruzzo, è stato il ponte di Salle sul fiume Orta, in provincia di Pescara.
Appaltato dalla provincia di Pescara, finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno, il ponte fu realizzato dall’impresa di costruzione ingegner Rodolfo Stoelcker di Roma, la stessa che aveva realizzato il Ponte Littorio a Pescara, nel 1931, su progetto architettonico dell’ingegnere architetto Cesare Bazzani. I lavori di Salle furono consegnati e iniziati il 25 marzo 1952 e ultimati il 22 settembre 1955. La durata effettiva del cantiere fu di 18 mesi lavorativi. Furono liquidate all’impresa lire 101.733.031,55.
L’INAUGURAZIONE E IL LUTTO.. E Nell’inaugurazione dell’opera non ci fu alcuna manifestazione di giubilo. Questo in segno di solidarietà con le famiglie dei minatori caduti l’8 agosto 1956 nella miniera di Marcinelle in Belgio, di cui molti erano abruzzesi e per la gran parte di Manoppello, Lettomanoppello e Turrivalignani.
LE CARATTERISTICHE. È sicuramente l’opera civile infrastrutturale più ardita del novecento. Il ponte di Salle fu realizzato in cemento armato ordinario ad elevata resistenza.
Per eseguire i getti fu realizzata una imponente “funicolare”, ed un tratto di binario in decauville. Il montaggio della centina fu fatto con ponteggio in tubi di acciaio del tipo “Innocenti”. Il ponte è ad arcata unica le cui estremità poggiano su plinti incastrati nella roccia delle sponde.
L’ampiezza dell’arcata, distanza tra l’intradosso in sommità e il livello dell’acqua del fiume Orta nel periodo di piena, è di 104 metri. La forma geometrica è quella di una “catenaria rovescia”. La distanza tra i plinti di fondazione alla base è di metri 202,70. Un vero capolavoro di ingegneria.
I CONTROLLI RECENTI. Nel 2014, la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Roma Tre, e alcuni tirocinanti, sotto la guida del professor Renato Giannini docente di Tecnica delle Costruzioni, hanno studiato lo stato dell’arte e verificato la stabilità del ponte, con la collaborazione della Società Integra srl di Roma. è stata anche verificata la capacità di spostamento.
Nella relazione di fine tirocinio, dal titolo “Modellazione non lineare del ponte di Riccardo Morandi a Salle (Pe)”, nella conclusione si legge: «La struttura non dimostra particolare sensibilità alle azioni orizzontali. La sua capacità di spostamento, valutata nelle condizioni più gravose, risulta adeguata alla domanda. Lo stato di degrado della struttura è evidente ed imputabile probabilmente anche alla esposizione continua agli agenti atmosferici, soprattutto ai cicli gelo-disgelo, nonché alla scarsa, se non assente, manutenzione».
IL SALTO CON LE MOLLE. Il ponte, nato per uno scopo, oggi viene utilizzato per altri fini.
Per gli appassionati del brivido, il ponte è uno scenario per una delle attività “no limits” correntemente tanto di moda: il bungee jumping, salto nel vuoto con una molla elastica alla caviglia, volo libero di cento metri, con sicuro scarico di adrenalina. Il 17 luglio del 2011, gli uomini del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo, con la tecnica del “palo pescante”, recuperarono la salma, rinvenuta in mattinata alla base del ponte di Salle, di un uomo dell’età di 44 anni, della frazione di San Tommaso.
*(ingegnere e autore
del libro “Il ponte di Salle)
Niente di più falso. L’ingegner Riccardo Morandi, è stata una straordinaria figura di progettista di opere civili e infrastrutturali d’Italia e non solo, del Novecento. Le sue opere si trovano in tutto il mondo. Philip Johnson, uno dei «padri fondatori» cui gli architetti postmoderni fanno esplicito riferimento, ha avuto modo di dichiarare: «L'obiettivo di un ingegnere non è mai la forma... oh, sì, lo è in Robert Maillart, lo è in quello straordinario ingegnere italiano che è Riccardo Morandi, ingiustamente sottovalutato in questo paese anche se personalmente lo preferisco a Pier Luigi Nervi. Nervi è stato per me un grande progettista di coperture, le più belle coperture del mondo, ma Morandi ha più classe, una maggiore carica progettuale di base, e realizza dei magnifici ponti, delle strutture molto belle, bellissime».
L’INTERVENTO DEL 1962. Nel 1962, l’ingegner Riccardo Morandi, in un suo intervento, scriveva: «La mia in complesso è stata una vita difficile, sempre in polemica sia con gli ingegneri di mentalità più conservativa ed accademica, sia con gli architetti, specialmente quelli della presunzione formale. Una vita in mezzo a diffidenze da parte dei vari ambienti qualificati dall'opinione corrente. Vita difficile che ha prodotto forse in me e nella mia opera qualche asperità polemica».
«Siamo pertanto ormai rassegnati a chiudere la nostra vita scomodamente attendati nella terra di nessuno, tra due opposti schieramenti e due fuochi. Ci basta però di essere riconosciuti sempre coerenti a noi stessi ed in fondo incapaci degli enormi sbalzi di opinione a cui abbiamo assistito in non molti anni, dallo strutturalismo più acceso ed intransigente al neo Liberty, dall'esaltazione del valore del calcestruzzo alla sua negazione e, in sostituzione, all'amore sviscerato ed aprioristico per la struttura metallica, magari quest'ultima trattata con arbitraria reminiscenza formale dei famosi ordini del Vignola».
«Per mio conto continuo a vivere tranquillamente la mia vita di lavoro, attento ad ogni suggerimento offerto dall'evoluzione degli studi statici, dall'avvento di nuovi materiali, dall'umano desiderio di rinnovarmi soprattutto con l'evolversi delle condizioni di vita».
IL PROFESSORE D’ATENEO. Docente di Costruzione di ponti alla facoltà di Ingegneria di Roma, Morandi ricevette la laurea honoris causa dalla Facoltà di Ingegneria di Monaco di Baviera e dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria.
Nel 1948 ottenne il primo dei sette brevetti sul sistema di precompressione.
IL PONTE DI SALLE. L’opera più importante dell’ingegnere Morandi, in Abruzzo, è stato il ponte di Salle sul fiume Orta, in provincia di Pescara.
Appaltato dalla provincia di Pescara, finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno, il ponte fu realizzato dall’impresa di costruzione ingegner Rodolfo Stoelcker di Roma, la stessa che aveva realizzato il Ponte Littorio a Pescara, nel 1931, su progetto architettonico dell’ingegnere architetto Cesare Bazzani. I lavori di Salle furono consegnati e iniziati il 25 marzo 1952 e ultimati il 22 settembre 1955. La durata effettiva del cantiere fu di 18 mesi lavorativi. Furono liquidate all’impresa lire 101.733.031,55.
L’INAUGURAZIONE E IL LUTTO.. E Nell’inaugurazione dell’opera non ci fu alcuna manifestazione di giubilo. Questo in segno di solidarietà con le famiglie dei minatori caduti l’8 agosto 1956 nella miniera di Marcinelle in Belgio, di cui molti erano abruzzesi e per la gran parte di Manoppello, Lettomanoppello e Turrivalignani.
LE CARATTERISTICHE. È sicuramente l’opera civile infrastrutturale più ardita del novecento. Il ponte di Salle fu realizzato in cemento armato ordinario ad elevata resistenza.
Per eseguire i getti fu realizzata una imponente “funicolare”, ed un tratto di binario in decauville. Il montaggio della centina fu fatto con ponteggio in tubi di acciaio del tipo “Innocenti”. Il ponte è ad arcata unica le cui estremità poggiano su plinti incastrati nella roccia delle sponde.
L’ampiezza dell’arcata, distanza tra l’intradosso in sommità e il livello dell’acqua del fiume Orta nel periodo di piena, è di 104 metri. La forma geometrica è quella di una “catenaria rovescia”. La distanza tra i plinti di fondazione alla base è di metri 202,70. Un vero capolavoro di ingegneria.
I CONTROLLI RECENTI. Nel 2014, la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Roma Tre, e alcuni tirocinanti, sotto la guida del professor Renato Giannini docente di Tecnica delle Costruzioni, hanno studiato lo stato dell’arte e verificato la stabilità del ponte, con la collaborazione della Società Integra srl di Roma. è stata anche verificata la capacità di spostamento.
Nella relazione di fine tirocinio, dal titolo “Modellazione non lineare del ponte di Riccardo Morandi a Salle (Pe)”, nella conclusione si legge: «La struttura non dimostra particolare sensibilità alle azioni orizzontali. La sua capacità di spostamento, valutata nelle condizioni più gravose, risulta adeguata alla domanda. Lo stato di degrado della struttura è evidente ed imputabile probabilmente anche alla esposizione continua agli agenti atmosferici, soprattutto ai cicli gelo-disgelo, nonché alla scarsa, se non assente, manutenzione».
IL SALTO CON LE MOLLE. Il ponte, nato per uno scopo, oggi viene utilizzato per altri fini.
Per gli appassionati del brivido, il ponte è uno scenario per una delle attività “no limits” correntemente tanto di moda: il bungee jumping, salto nel vuoto con una molla elastica alla caviglia, volo libero di cento metri, con sicuro scarico di adrenalina. Il 17 luglio del 2011, gli uomini del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo, con la tecnica del “palo pescante”, recuperarono la salma, rinvenuta in mattinata alla base del ponte di Salle, di un uomo dell’età di 44 anni, della frazione di San Tommaso.
*(ingegnere e autore
del libro “Il ponte di Salle)