Maragno: «Lavoro e regole certe, ma non siamo Riace»

21 Ottobre 2018

MONTESILVANO. Il record abruzzese dei migranti accolti con la rete Sprar spetta a Montesilvano, in provincia di Pescara: 101 immigrati, a fronte dei 161 accreditati dal ministero. Ma, come precisa il...

MONTESILVANO. Il record abruzzese dei migranti accolti con la rete Sprar spetta a Montesilvano, in provincia di Pescara: 101 immigrati, a fronte dei 161 accreditati dal ministero. Ma, come precisa il sindaco di centrodestra Francesco Maragno, «la città non è la Riace d’Abruzzo», piuttosto «questi progetti nascono in risposta all’invasione di massa dei clandestini che stavano diventando il braccio della criminalità locale».
Come siete arrivati a questo modello?
«In passato con i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) gestiti dai privati abbiamo ospitato fino a 500 disperati, che stavano per diventare 1.000 visto che la Prefettura stava attivando altri bandi. Non avevano nulla da fare dalla mattina alla sera e diventavano spesso manovalanza per le attività delinquenziali. Per fortuna siamo passati agli Sprar».
Cosa prevedono gli Sprar?
«Abbiamo fatto capire agli immigrati che non sono qui in villeggiatura, ma ognuno di loro deve impegnarsi per farsi accettare. Loro si sono prestati a una serie di lavori di pubblica utilità: dal verde alla pulizia di strade e cimiteri e, da lunedì, anche l’assistenza sugli scuolabus. Il fiore all’occhiello del nostro modello è quella che io chiamo la doppia inclusione: l’impiego degli immigrati nella gestione delle spiagge per diversamente abili, dall’aiuto per le sedie job alla pulizia e alla sicurezza di arenile, bagni e servizi. Per questo progetto siamo stati proposti per l’oscar dell’inclusione».
Si sono mai verificati episodi di intolleranza o di razzismo?
«In passato sì, ma solo nei confronti dei clandestini dediti alle attività di spaccio, non verso i ragazzi degli Sprar con i quali invece c’è un rapporto splendido. Come amministrazione abbiamo sgomberato via Ariosto, uno dei ghetti più pericolosi d’Italia, ripristinando le regole sul territorio. Da allora il tasso di criminalità è diminuito del 38%, non perché erano tutti delinquenti, ma senza dover provvedere quotidianamente ai controlli la polizia e le forze dell’ordine possono fare altro».
Cosa pensa dell’accostamento tra Montesilvano e Riace?
«È un paragone scomodo perché i nostri modelli sono opposti. A Riace usano i migranti per ripopolare il territorio, noi abbiamo attivato gli Sprar per evitare di essere cannibalizzati dalle procedure della Prefettura, per governare i flussi e per non esserne condizionati. Limitare gli ingressi sul territorio italiano è giusto, ma per farlo dobbiamo imporci a livello nazionale ed europeo». (y.g.)