Scuola, a settembre sarà boom di precari
In Italia previste 58mila assunzioni (1.200 in Abruzzo) ma non ci sono graduatorie da cui attingere. Stop al concorso per presidi
PESCARA. Una trentina di istituti senza dirigente, e il ricorso a docenti precari per assicurare lo svolgimento dell’anno scolastico, stante l’impossibilità a coprire tutti i posti vacanti con assunzioni a tempo indeterminato. Insomma, in Abruzzo la situazione che si profila all’orizzonte in attesa della riapertura delle scuole è grave ma non drammatica, secondo Davide Desiati (Cisl Scuola), almeno sul fronte dei presidi, dopo l’annullamento da parte del Tar Lazio del concorso attraverso il quale si dovevano reperire i dirigenti scolastici mancanti all’appello. A livello nazionale, almeno per quanto riguarda i docenti, a settembre dovrebbero scattare oltre 58mila assunzioni (1.200 i posti vacanti in Abruzzo dopo i 940 andati in pensione per quota 100 e Fornero) attingendo alle graduatorie degli idonei dei precedenti concorsi e, per il 50% circa, dalle famose Gae (graduatorie a esaurimento) soprattutto per le scuole dell'infanzia e della primaria.
I PRESIDI. A gelare le speranze di chi aveva superato la prima parte del concorso per 2.900 dirigenti scolastici bandito nel 2017 (e, di contro, a ridare la speranza a chi era stato bocciato), la sentenza della terza sezione bis del Tar Lazio che ieri l’altro ha annullato la prova scritta a causa «dell’incompatibilità di tre commissari». Alla prova pre-selettiva si sono presentati in più di 24mila e 8.700 sono stati gli ammessi allo scritto. A superare la prova sono stati 3.795 candidati.
AL CONSIGLIO DI STATO. Il Miur e la Cgil hanno già annunciato il ricorso davanti al Consiglio di Stato per “Salvare” il prossimo anno scolastico, perché a settembre, soprattutto per alcune regioni del Nord, il rischio è di trovarsi con il 50% degli istituti senza dirigente. Il concorso era stato bandito proprio per completare gli organici, dal momento che in Italia si contano circa 1700 reggenti. Significa che un preside su quattro è costretto a dividersi fra più istituti. Se le procedure concorsuali non vengono espletate nel più breve tempo possibile i reggenti rischiano di diventare duemila, con un preside su tre costretto a fare la spola tra più istituti.
I DOCENTI-COMMISSARI. A pesare sul concorso, più di tutti gli altri rilievi mossi che non sono di poco conto, quello di una candidata secondo la quale in commissione figuravano anche persone che avevano insegnato ai corsi di preparazione. Il Tar ne ha individuati tre, annullando la prova scritta. Le speranze del Miur e della Cgil sono riposte in un procedimento di urgenza davanti al Consiglio di Stato, che sospenda la sentenza consentendo di completare l’iter e procedere alle immissioni.
PROFESSORI E MAESTRI. Anche le oltre 57mila assunzioni di docenti, tuttavia, destano molte perplessità nei sindacati. «Ha del paradossale la richiesta formulata al Mef dal ministro dell'Istruzione di assumere in ruolo 58.627 docenti per il prossimo anno scolastico, dei quali 14.552 di sostegno. La verità», sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, «è che dilatandosi i tempi di uscita e attuazione dei concorsi, visto che anche quello doppio del primo ciclo risulta in alto mare, considerando la loro lentezza e difficoltà di attuazione, si sta andando dritti spediti verso il record delle 200 mila supplenze annuali, come ha sottolineato pochi giorni fa la Corte dei conti. I numeri non ammettono repliche: già oggi vi sono oltre 64 mila posti vacanti e disponibili, ai quali vanno aggiunti oltre 50 mila di sostegno, più altre decine di migliaia di posti su disciplina, impropriamente e furbescamente», conclude, «collocati in organico di fatto ma in realtà anche questi liberi.
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