Sgarbi, esordio in Abruzzo tra elezioni europee e arte: «Pescara merita di più» 

Il critico lancia la sua candidatura con FdI tra le stanze del Museo dell’Ottocento: «D’Annunzio e Michetti, è questa la grande civiltà italiana che supera i confini»

PESCARA. “Perché mi candido? Sono un ribelle, e proprio per questo sono pronto a rappresentare la voce dei miei elettori in Europa». Con queste parole il critico d’arte e politico, Vittorio Sgarbi, annuncia la sua candidatura con Fratelli d’Italia alle elezioni europee 2024, e decide di farlo non in un posto qualunque, ma nel luogo che meglio rappresenta il simbolo del Risorgimento italiano, il Museo dell’Ottocento. «Sono qui per testimoniare e garantire la credibilità di un grande partito, Fratelli d’Italia, e farlo a Pescara, in uno dei Musei più importanti dell’Unità d’Italia insieme alla Galleria nazionale di Roma, mi permette di ricordare al meglio la grande civiltà europea italiana, quella formata da Gabriele D’Annunzio, Costantino Barbella, Michetti e Mancini. Tutti grandi pittori che sono rappresentati qui, tra queste mura, dove continua a vivere l’arte di un’Italia unita, un’arte che, tuttavia», continua Sgarbi, «non è ancora sufficientemente conosciuta. Pescara ha una centralità importante che merita di essere riconosciuta attraverso questo Museo, frutto di una vita di passione». Ed è sempre stata la cultura il mezzo per migliorare e cambiare l’Europa, e Sgarbi, che da anni ha fatto dell’arte la sua ragione di vita, lo sa, e per questa ragione è pronto ad assumersi «il compito di portare i princìpi dell’arte, della bellezza e della musica in Europa, perché portare la cultura in Europa significa portare l’Italia nella sua centralità. L’Abruzzo è un mondo meraviglioso, pastorale e con profonde leggi cristiane e, insieme alle altre regioni della circoscrizione meridionale come il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata e, infine, la Calabria, rappresenta la sostanza profonda delle nostre radici culturali. Il mondo cristiano deriva dalla coesione tra il mondo greco e quello romano. Se uno guarda al capolavoro di Raffaello, la Scuola di Atene, vede Socrate, Platone, Aristotele e vede dunque la continuità dell’Occidente, quell’Occidente che nasce nella Magna Grecia. Quindi», precisa Sgarbi, «noi siamo il centro del mondo, altro che il sud. E chi non rivendica questi valori non è un vero italiano». Si vota l’8 e il 9 giugno e, stando alle proiezioni, Fratelli d’Italia dovrebbe ottenere il 27% dei voti ma Sgarbi prevede «di arrivare al 30% dal momento che il nostro è il partito più significativo, in grado di accogliere quell’area di centrodestra che, in Italia, vale. Trovo dunque ridicolo che la sinistra parli di un campo largo quando è evidente che non esiste alcun campo largo, dal momento che il Movimento 5 Stelle non arriverà mai al 15% dopo aver ottenuto il 7% alle regionali in Sardegna, Basilicata e Abruzzo. È dunque un campo inesistente, un campo che invece esiste con Fratelli d’Italia e con Giorgia. Chi critica la sua candidatura alle europee ha forse dimenticato che lei in Europa già ci sta e rappresenta l’Italia, il nostro governo e gli elettori. Abbiamo una premier che parla con i ragazzi, una premier che ha fatto salire un partito che all’inizio aveva solo il 4%, una premier che si candida per mandare il messaggio che lei c’è ed è pronta a rappresentarci». Presente anche il deputato di Fratelli d’Italia, Guerino Testa: «Sono onorato di avere qui Vittorio Sgarbi in uno dei luoghi simboli della cultura abruzzese. La presenza di Sgarbi all’interno della lista di Fratelli d’Italia è un valore aggiunto anche perché, è vero, bisogna cambiare l’Europa, ma ciò può avvenire solo attraverso una maggiore cultura, e la cultura dell’onorevole Sgarbi è da anni sotto gli occhi di tutti. Quando ho l’opportunità di andare in giro con Vittorio vedo che è amato dalla gente comune e, soprattutto, dai ragazzi. Di Vittorio non c’è solo quello che i giornali vogliono far credere e trovo inaccettabile la gogna pubblica a cui è stato sottoposto. Spero che la sua candidatura possa ristabilire la situazione». Eppure, la candidatura di Sgarbi alle europee non ha fatto altro che accendere ulteriori polemiche. Dimessosi, lo scorso febbraio, dalla carica di sottosegretario della Cultura dopo una serie di accuse a suo carico, tra le quali quella di aver prestato consulenze da 300mila euro (incompatibile secondo l’Antitrust con la sua carica di sottosegretario), Sgarbi risponde così a chi ritiene la sua candidatura alle europee inopportuna: «A chi mi accusa di essere poco etico vorrei ricordare che le leggi sono molto chiare: sono innocente fino condanna definitiva. E io non ho condanne definitive. Per questo dico che non si capisce di cosa stiano parlando, dal momento che le leggi non impediscono di candidarsi a chi ha delle indagini in corso. Le indagini non sono condanne, e i processi si fanno appunto per questo, altrimenti chiunque potrebbe dire tutto ciò che vuole ed essere, automaticamente, creduto. Se sono sotto indagine è per delle dichiarazioni giornalistiche diffamatorie e la candidatura serve proprio a questo, a mettere alla prova gli elettori di fronte a una persona di cui già sanno ciò che ha realmente fatto. Alla fine», conclude Sgarbi, «il giudizio del popolo supera qualunque tribunale».
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