Transizioni, mostra dei grandi abruzzesi dal ’900 ad oggi

PESCARA. Lavori apparentemente anomali ma fortemente significativi per raccontare di una ricerca autentica da parte di alcuni autori abruzzesi (quasi tutti) dal Novecento a oggi – Michele Cascella,...

PESCARA. Lavori apparentemente anomali ma fortemente significativi per raccontare di una ricerca autentica da parte di alcuni autori abruzzesi (quasi tutti) dal Novecento a oggi – Michele Cascella, Elio Di Blasio, Lina Bo Bardi, Remo Brindisi, Alfredo Del Greco, Luciano De Liberato, Vincenzo Di Giosaffatte, Nicola Febo, Iacopo Pasqui, Lucio Rosato, Federico Spoltore – riuniti in un percorso espositivo originale, "Transizioni", da Lucio Rosato nel suo spazio Usomagazzino per altre architetture, in via Spaventa a Pescara (www.usomagazzino.it). Vernissage oggi alle ore 11.

Ancora una mostra dal carattere intimo, un viaggio tra segni della memoria, corrispondenze tra autori e osservatori, che l'architetto pescarese offre con la sensibilità che gli è propria. Una nuova apertura alla città, «periferia urbana, sempre partecipe ma altrettanto disattenta», dopo il fisiologico fermo seguìto all'intenso ciclo di "Sèmine". Da dicembre scorso l'avvio della nuova stagione "Raccolti". Comunque un'occasione di sentita «testimonianza», spiega Rosato. L'indagine di "Transizioni" punta a cogliere trame, intrecci e relazioni tra opere in permanenza, in deposito o semplicemente in transito, e i visitatori di Usomagazzino.

Ecco che intorno al Bosco di Narciso, di Lucio Rosato, seguendo geometrici e modulari allineamenti dello sguardo, si delineano le percorrenze e gli incontri. Se Lotta, una carta del 1960, segna esattamente il passaggio di Federico Spoltore dal periodo figurativo alla nuova ricerca delle sensazioni, la grande tela Figurazione del 1961 certamente rappresenta per Alfredo Del Greco il ritorno, dopo una brevissima pausa informale, all’attenzione per la figura dell’uomo che accompagnerà tutto il suo lavoro a seguire.

Dagli appunti grafici di Remo Brindisi al prezioso carboncino, raffigurante una vacca, di Nicola Febo e incrociando la ceramica di Vincenzo Di Giosaffatte, si raggiunge la Pera in legno di Elio Di Blasio che apre una sequenza di altri quattro lavori dello stesso autore testimoniandone esperienze diverse nel tempo. Con la piccola fotografia di Iacopo Pasqui lo sguardo potrebbe attraversare anche il muro per raggiungere il mare. E se con Pietra Nera del 1989 di Luciano De Liberato si invita ad alzare lo sguardo per restare come sospesi ai fili colorati di un probabile salvifico cielo, la Porta chiusa di San Pietro a Vasto raffigurata da Michele Cascella nel 1950 (poco prima che la chiesa retrostante crollasse) chiude simbolicamente il percorso espositivo ma allo stesso tempo lo riapre «invitando a percorrere a ritroso altre corrispondenze e deviazioni dello sguardo». «Con Transizioni», scrive il curatore, «si raccontano o semplicemente si rivelano sintonie e/o dissonanze che comunque si fanno testimonianza del fervore che ha caratterizzato e ancora continua a caratterizzare gli animi pensanti e propositivi di questo nostro territorio». Fino al 7 febbraio, apertura dal martedì al sabato dalle 18 alle 20, ingresso libero.

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