Comitato pro-Mazzini in allarme «Ma Villa Mosca non è bocciata» 

Bucciarelli: «Restiamo fiduciosi, le criticità rilevate dal gruppo di lavoro sono certamente superabili» Fracassa (Futuro In): «Dove fare una struttura così importante non può essere deciso dai tecnici»

TERAMO. La relazione del gruppo di lavoro che si è occupato di valutare la fattibilità della realizzazione del nuovo ospedale a Villa Mosca apre scenari di preoccupazione fra quanti in città ritengono quel sito l'unico auspicabile. Il tavolo tecnico, scaturito da una richiesta avanzata dal consiglio comunale di Teramo lo scorso autunno, ha visto esperti e rappresentanti di Asl, Regione e Comune valutare l'area dell'attuale ospedale e formulare su di essa tre possibili ipotesi progettuali evidenziando in ogni caso «significative e rilevanti criticità». Il documento, rimesso alla commissione speciale sanità, dovrà ora essere da questa studiato e approfondito a partire dal 3 aprile, data fissata dalla presidente dell'organismo Sara Falini per la prima riunione sul tema.
Sulla relazione vige un certo riserbo, ma le tre ipotesi per il nuovo ospedale a Villa Mosca prenderebbero in considerazione: l'ampliamento della struttura tramite la demolizione del lotto due in un caso; lo sfruttamento dell'area dell'eliporto in un altro; l'utilizzo della pineta, che andrebbe abbattuta, nell'ultima ipotesi. Ma, come detto, per ogni possibile soluzione analizzata, le criticità sarebbero significative su un'area considerata satura. I rilievi tracciati dagli esperti per qualcuno rappresentano una prima bocciatura di Villa Mosca. E questo mette in allerta chi si batte per quel sito. Come il comitato pro-Mazzini che ha letto nelle dichiarazioni di ieri del sindaco Gianguido D'Alberto un campanello d'allarme. «Si apre una nuova fase, ora bisogna esaminare queste ipotesi progettuali e valutare le criticità esposte dai tecnici. Cosa c'è in fondo al percorso? Non posso dirlo ora. Potrebbe esserci un nuovo consiglio comunale, come non esserci. La volontà del consiglio di ottobre è stata chiara, ma ricordo anche che dove si fa un ospedale lo decidono le istituzioni sanitarie», aveva detto D'Alberto al Centro. Domenico Bucciarelli, del comitato pro-Mazzini, fa sapere che questo si riunirà a breve per un esame del caso: «Non ho potuto leggere la relazione, perché non è stata ancora resa pubblica. Ma nonostante il pessimismo espresso dal sindaco, noi del comitato riteniamo che preliminarmente le criticità avanzate dal gruppo di lavoro siano superabili, in considerazione degli importanti spazi offerti dal sito del Mazzini per un Dea di secondo livello. Valga come esempio la riqualificazione da 600 milioni dell'ospedale Fatebenefratelli, sull'isola Tiberina. Restiamo fiduciosi per Villa Mosca, sito dotato di importanti e costose infrastrutture, collocato in un ottimo contesto ambientale, con un costo enormemente inferiore rispetto a Piano d'Accio, luogo inadatto e collocato fuori città».
Per il consigliere comunale di Futuro In Franco Fracassa «dove fare il nuovo ospedale non può essere deciso dai tecnici: le criticità ci sono sempre, su qualunque sito, e si possono superare. Mi auguro che il sindaco tenga fede alla parola data ai cittadini per evitare che si faccia scempio della nostra città. Si tratta di scelte politiche, urbanistiche e non solo sanitarie: qui c'è in gioco il futuro della città», commenta Fracassa. Per il presidente del consiglio comunale ed esponente del Pd Alberto Melarangelo il parere dei tecnici «non è vincolante, ma è fortemente significativo: lo studieremo in commissione e continueremo nel percorso di partecipazione con i portatori di interesse. Si arriverà a una sintesi, tenendo conto che il consiglio comunale si è espresso all'unanimità per Villa Mosca ma anche che la decisione finale spetta alla Regione e alla Asl», sostiene Melarangelo. «Noi abbiamo fatto la nostra parte. Mi auguro che non ci sia strumentalizzazione politica, che si lavori tutti per un ospedale di secondo livello e che Regione e Asl rassicurino sui fondi», conclude il presidente del consiglio.
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