I periti del tribunale: «Difetto costruttivo per il ponte crollato» 

Per i consulenti le piogge hanno contribuito all’erosione e il transito dei mezzi pesanti ha accelerato l’instabilità 

TERAMO. Un difetto di costruzione che, per i periti, «ha contribuito in maniera predominante e predisponente all’innesco di meccanismi di collasso della struttura di elevazione».
La super perizia disposta dal tribunale fotografa la realtà di un’altra delle tante strutture che nell’Italia del ponte Morandi finiscono nelle aule di tribunale. In questo caso al centro dell’ inchiesta c’è il ponte di Collerenti, tra Bellante e Sant’Omero, sul fiume Salinello. ll cedimento avvenne a fine dicembre 2022 e nei fatti tragedia sfiorata solo perché accaduta nelle ore notturne e quindi con una riduzione notevole del traffico che fece sì che in quel momento non ci fosse nessuna macchina in transito.
La perizia disposta con la formula dell’incidente probatorio dal gip Roberto Veneziano è stata redatta da gli ingegneri Gianfranco Totani dell’università dell’Aquila e Danilo Ranalli di Sulmon, che ieri pomeriggio in una lunga e dettagliata audizione in udienza hanno illustrato i contenuti della relazione. Partendo proprio da quel difetto costruttivo. «La struttura che definiva la spalla in destra idraulica», hanno scritto, «presentava difetti di progettazione, determinati da spessori ridotti degli elementi costitutivi di fondazione e di elevazione e difetti di realizzazione dovuti a interruzioni di continuità nei getti di calcestruzzo». I tecnici hanno ricostruito tutti i vari passaggi dell’opera realizzata tra il 1963 e il 1966 – e di cui sostengono non è stato possibile trovare documentazione sullo stato dell’opera dell’epoca a cominciare dal collaudo statico – sottolineando come negli anni abbia subito gli effetti dei cambiamenti climatici, in particolare per quando riguarda il fenomeno delle precipitazioni.
«L’incremento generale delle temperature», hanno scritto, «riduce la frequenza delle precipitazioni ma le rende più imprevedibili, dando luogo a piogge intense e di breve durata che spesso evolvono in eventi climatici estremi. Le immagini satellitari evidenziano una variazione significativa nel tempo del percorso dell’asta fluviale subito a monte del ponte in esame: la curva in destra idraulica della superficie di alveo si accentua in modo considerevole andando ad erodere la sponda sul lato di Bellante. Il fenomeno di scalzamento alla base delle strutture del ponte ha avuto origine sin dai primi anni di vita dell’opera ed è progredito con la crescita e la trasformazione dell’azione erosiva del fiume Salinelo». I lavori fatti negli anni, sostengono i periti, sono stati orientati a superare quei difetti riscontrati della fondazione». Scrivendo a questo proposito: «E’ importante sottolineare il peso che in questo periodo storico ha la parola “costo” rispetto alla seconda “beneficio”: i due termini oggi non sono certamente equiparabili e la disponibilità economica determina in modo unilaterale le scelte che un ente gestore ormai deve effettuare nei soli termini di contenimento dell’emergenza anzichè di prevenzione». Secondo i periti anche il transito dei mezzi pesanti può aver accelerato «i tempi di raggiungimento delle condizioni di instabilità».Nel fascicolo del pm Greta Aloisi ci sono 10 indagati tra tecnici del Genio civile e della Provincia e l’ex presidente dell’ente Diego Di Bonaventura. L’ipotesi di reato è il crollo di costruzioni. Gli atti ora tornano al pm che dovrà decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio.
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