Intasca tasse e canoni delle slot: tre anni

È la pena inflitta a un’imprenditrice di Tortoreto per non avere versato più di 370mila euro spettanti all’Erario

TORTORETO. In un mese avrebbe intascato indebitamente 375mila euro, di cui oltre 300mila spettanti all’erario come tassa e canone di concessione all’Agenzia delle dogane e dei monopoli per le slot machine. Un’accusa che è costata a una 43enne imprenditrice di Tortoreto, Olga La Pietra, una condanna a 3 anni per peculato, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al risarcimento di 390mila euro in favore della parte civile, la società Cogetech per conto della quale la donna si occupava dell’attività di riscossione dei proventi delle macchinette. La sentenza di condanna è stata pronunciata ieri dal tribunale di Teramo (presidente Giovanni Spinosa, a latere i giudici Lorenzo Prudenzano e Sergio Umbriano). Il pubblico ministero Laura Colica aveva chiesto una condanna a 4anni e sei mesi: il tribunale ha quindi ridimensionato la richiesta di pena per quanto riguarda la reclusione, ma ha aumentato l’entità del risarcimento rispetto alla parte civile a quanto chiesto dallo stesso pubblico ministero che aveva proposto una cifra leggermente inferiore.

I fatti contestati all’imprenditrice risalgono al gennaio 2011 quando, in qualità di legale rappresentante di una società che si occupava di gestire, per conto di Cogetech spa, l’attività di riscossione dalle slot machine attivate da quest’ultima, la donna si appropriava delle somme riscosse per un totale di 375.711 euro: oltre 300mila spettanti all'erario e 31.279 spettanti al concessionario. A far partire le indagini, all’epoca, fu una denuncia della stessa Cogetech, parte offesa nel procedimento, che non aveva incamerato la quota di sua spettanza. La Cogetech è una società che opera a livello nazionale selezionata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli come concessionario di Stato. L’imprenditrice doveva quindi versare le somme allo stato per il Preu (prelievo erariale unico), il canone di concessione dell’amministrazione dei monopoli di stato e il deposito cauzionale. Un decreto del 2003 ha stabilito che agli apparecchi e congegni elettronici collegati in rete, vale adire le cosiddette videolottery e le cosiddette newslot, si applichi un prelievo erariale unico – fissato originariamente in misura del 13,5 per cento delle somme giocate, poi modificato in due scaglioni del 12,6 e dell’8% – dovuto dal soggetto al quale l’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha rilasciato il nulla osta. Un’incombenza che gravava in prima istanza sulla Cogetech, ma poi sull’imputata in qualità di legale rappresentante della società Central Game srl, con sede a Corropoli, poiché gestore per conto della Cogetech dell’attività di riscossione delle slot machine. (red.te)

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