La banda fa esplodere un altro bancomat

Solita tecnica con l’acetilene allo sportello della Tercas, in quattro portano via un bottino di quarantamila euro

CORROPOLI. Inafferabili quanto prevedibili nella scelta degli obiettivi da colpire.

Perchè i professionisti della banda del bancomat, pronti a far esplodere i forzieri con il gas acetilene, continuano a mettere a segno colpi su colpi nel Teramano. Sempre nel fine settimana (nei bancomat c’è più contante in previsione dei giorni di chiusura) e sempre agli sportelli Tercas (per gli investigatori modelli più vecchi e quindi più vulnerabili). Sette giorni dopo quello di Teramo, la banda lascia il segno a Corropoli. Stessa tecnica, stesso boato, stessi danni per un bottino di circa 40mila euro. Perchè questa è la somma caricata nel forziere, ma bisogna ricordare che, come succede in questo genere di colpi, molte banconote restano bruciate nell’esplosione. E quindi la quantificazione esatta del bottino non è mai immediata e, soprattutto, esatta.

La dinamica dell’ennesimo colpo, il settimo con l’esplosivo a partire da dicembre, prende corpo intorno alle 2 della notte tra venerdì e sabato. A quell’ora in via Parini la gente si sveglia con un boato. «E’ stato come se fosse esplosa una bomba» racconteranno più tardi ai carabinieri. Che si affidano alle immagini riprese da alcune telecamere di videosorveglianza della zona per fare una prima ricostruzione. In azione quattro uomini con il volto coperto che, molto probabilmente, sono arrivati a Corropoli con una macchina rubata poco prima. Professionisti che, assicurano ormai da mesi gli investigatori, sicuramente vengono da fuori regione. Pendolari del crimine. Anche questa volta alla banda sono bastati pochi attimi per mettere a segno il colpo con modalità ormai sperimentate da mesi. I malviventi hanno inserito nella fessura del bancomat la striscia di esplosivo innescato a distanza da una miccia e hanno fatto saltare lo sportello portando via il denaro. Ingenti, come sempre, i danni a tutto il locale visto che l’esplosione ha divelto porte e finestre. Tutto in pochissimi istanti. Professionisti, sicuramente gli stessi degli altri colpi, pronti ad agire con l’ acetilene per far esplodere tutto mettendo in conto anche il rischio di bruciare le banconote e di perdere parte del bottino. Sul posto i carabinieri della compagnia di Alba Adriatica al cui esame sono finiti quei fotogrammi ripresi da alcune telecamere. Fondamentali, così come quelli degli altri colpi, per cominciare a dare un’identità ai professionisti della banda del bancomat.

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