Pd, l’ala dalfonsiana dice stop alle spaccature
La corrente “Per il Pd” annuncia la strategia sul territorio: «Basta con i dissidi» Zunica smentisce le voci di una sua candidatura alla segreteria provinciale
TERAMO. La corrente dalfonsiana del Partito democratico "Per il Pd" riparte dall'ascolto dei territori e prova a superare i dissidi che negli ultimi tempi hanno messo in contrapposizione le diverse anime del partito. «"Per il Pd" sta nel Pd e lavora per la sua crescita. Non siamo contro nessuno e riteniamo che i pensieri differenti, in un'ottica di scambio, siano un arricchimento» : lo hanno spiegato gli esponenti della corrente, riunitisi ieri a Teramo, Dino Pepe, Luciano Monticelli, Elvezio Zunica e Manola Di Pasquale, che hanno chiesto a tutto il partito di lavorare insieme per rilanciare la forza politica a livello provinciale e regionale.
«Partiremo dalle assemblee territoriali, per costruire da lì il nostro programma. La prima iniziativa si terrà il 14 giugno a Corropoli», ha dichiarato Zunica, smentendo le voci di una sua candidatura alla segreteria provinciale. E sul commissariamento del Pd comunale Di Pasquale ha spiegato: «Non siamo contro la nomina di Sandro Mariani a commissario, chiediamo solo che sia rispettato lo statuto secondo il quale, con le dimissioni del segretario, sono gli iscritti a decidere se eleggere un nuovo rappresentante o se indire un congresso per eleggere l'intero direttivo». Altra questione centrale lo stato del capoluogo: «La situazione di Teramo è pietosa. L'amministrazione deve capire se ha i numeri per terminare il mandato concentrandosi su due, tre punti. Se non li ha, deve staccare la spina. Ci sia responsabilità nel rispetto della città», ha aggiunto Di Pasquale. E a questo proposito Pepe le ha fatto eco: «Se Brucchi cadesse noi chiediamo le primarie, possibilmente di coalizione».
Pepe ha anche ricordato i temi strategici dell'ospedale unico, della viabilità e dei fondi post sisma: «Anticipo che a breve arriveranno 45 milioni di euro aggiuntivi destinati alle zone agricole del cratere». «A livello regionale il Pd renziano è forte», ha concluso Monticelli, «ma il partito è sottorappresentato. Io guardo con invidia all'asse pescarese-chietino o aquilano. Noi a Teramo non siamo figli di un dio minore».
Emanuela Michini
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
«Partiremo dalle assemblee territoriali, per costruire da lì il nostro programma. La prima iniziativa si terrà il 14 giugno a Corropoli», ha dichiarato Zunica, smentendo le voci di una sua candidatura alla segreteria provinciale. E sul commissariamento del Pd comunale Di Pasquale ha spiegato: «Non siamo contro la nomina di Sandro Mariani a commissario, chiediamo solo che sia rispettato lo statuto secondo il quale, con le dimissioni del segretario, sono gli iscritti a decidere se eleggere un nuovo rappresentante o se indire un congresso per eleggere l'intero direttivo». Altra questione centrale lo stato del capoluogo: «La situazione di Teramo è pietosa. L'amministrazione deve capire se ha i numeri per terminare il mandato concentrandosi su due, tre punti. Se non li ha, deve staccare la spina. Ci sia responsabilità nel rispetto della città», ha aggiunto Di Pasquale. E a questo proposito Pepe le ha fatto eco: «Se Brucchi cadesse noi chiediamo le primarie, possibilmente di coalizione».
Pepe ha anche ricordato i temi strategici dell'ospedale unico, della viabilità e dei fondi post sisma: «Anticipo che a breve arriveranno 45 milioni di euro aggiuntivi destinati alle zone agricole del cratere». «A livello regionale il Pd renziano è forte», ha concluso Monticelli, «ma il partito è sottorappresentato. Io guardo con invidia all'asse pescarese-chietino o aquilano. Noi a Teramo non siamo figli di un dio minore».
Emanuela Michini
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