Roseto, l’ira degli albergatori: «Lasciati soli con gli ucraini» 

Negli hotel della città ci sono ancora 27 ospiti, ma dal giugno scorso non sono più arrivati i fondi «La Protezione civile ci ha assicurato che avrebbe risolto la situazione, finora non s’è visto nulla» 

ROSETO. «Dopo un anno di tentennamenti, vogliamo risposte dalla Protezione civile o da chi di competenza in merito alla situazione degli ucraini. Più passa il tempo e più i problemi aumentano». Non ce la fanno più alcuni albergatori di Roseto e Cologna Spiaggia, tra cui Anthony Romani, Claudio Caporaletti e Alessia Narcisi, che ieri mattina si sono riuniti nel residence Marechiaro insieme ad alcune donne ucraine.
«Tra di loro due, attualmente, pagano l’affitto a proprie spese in appartamenti a Roseto, che però a fine maggio dovranno lasciare», dice Caporaletti, che ha avuto ospiti ucraini nel suo residence Marechiaro fino al mese scorso, «e addirittura a 35 ucraini e ucraine, tra cui bambini, che attualmente sono in una casa a Isola, hanno detto che a breve verranno cacciati, e da quattro mesi sono senza vitto, perché mancano i fondi». Romani e Narcisi, titolari rispettivamente dell’hotel Baia del Re a Cologna e dell’hotel Narcisi a Roseto sud, hanno ancora nei loro hotel 27 ucraini e ucraine, di cui 12 al Baia del Re e 15 al Narcisi, ma dal 17 giugno 2023, data nella quale è stato comunicato la loro uscita dal programma Designa (programma che prevedeva compensi agli alberghi per gli ospiti ucraini), non hanno ricevuto fondi, e fino a oggi hanno garantito a spese loro vitto e alloggio agli ucraini nei loro hotel. «Questo problema persiste», aggiunge Romani, «un mese fa siamo andati anche a Roma e abbiamo parlato con Titti Postiglione, vice capo dipartimento della Protezione civile. Lei ci ha assicurato che si sarebbero impegnati per risolvere queste situazioni, ma ancora oggi non sappiamo nulla». Diversi ucraini, da giugno scorso, sono ospitati in alcune case a Isola del Gran Sasso, ma i problemi ci sono anche lì.
«Questa gente, nonostante l’emergenza sia stata prorogata fino al dicembre 2024», afferma Narcisi, «non conosce pace. Chiediamo che la Protezione civile, o chi di dovere, provveda al più presto. Noi, poi, dovremmo aprire per Pasqua, e dentro i nostri alberghi ci sono ancora gli ucraini. Non è possibile che i problemi c’erano prima e ci sono ancora oggi, dopo un anno, perché i fondi non ci sono o non sono stati sbloccati».
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