Tornano i Ris e cercano tracce in mansarda e nel vano caldaie 

Nuovi esami nella casa dell’ex marito e del figlio di Renata Rapposelli indagati per concorso in omicidio Ascoltata anche la ex compagna di Simone Santoleri, tempi brevi per le perizie sui cellulari

GIULIANOVA. Senza testimoni, senza una direzione da imboccare nelle prime 48 ore la soluzione di un delitto è una corsa ad ostacoli. Perchè una indagine è tale se spiega tutti gli indizi, se non ne lascia fuori nessuno. Ed è proprio per non lasciarne fuori nessuno che i carabinieri del Ris ieri per la seconda volta in pochi giorni sono tornati a Giulianova, nella casa di Giuseppe e Simone Santoleri, l’ex marito e il figlio della 64enne pittrice teatina Renata Rapposelli scomparsa da un mese. Per eseguire un altro decreto di perquisizione firmato dal pm di Ancona Andrea Laurino all’interno di una piccola mansarda di proprietà di una donna di Roma, alloggio che si trova vicino all’abitazione dei Santoleri e che in questo periodo non è occupata, e in alcuni vani caldaia che si trovano sullo stesso pianerottolo dell’abitazione dei due uomini. Tre ore di accertamenti tra Luminol e altro che hanno escluso la presenza di tracce ematiche o di polvere da sparo. Così come era successo per casa e macchina.
Perquisizioni che si sono svolte alla presenza dei legali di padre e figlio (gli avvocati Gianluca Carradori e Gianluca Reitano) che sono indagati per concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Oltre ai militari del Ris e ai carabinieri del reparto operativo di Ancona, sono intervenuti il comandante del reparto operativo di Teramo, il tenente colonnello Luigi Dellegrazie, il comandante del nucleo operativo del reparto, il capitano Roberto Petroli, e il comandante della compagnia di Giulianova, il maggiore Domenico Calore. Perquisizioni a parte, l’indagine in questi giorni si è arricchita di decine di testimonianze tra cui quella dell’ex compagna di Simone Santoleri che è stata sentita dai militari per ricostruire l’ambiente e i rapporti familiari. Rapporti difficili tra la pittrice e i due uomini, a cominciare dal figlio che in tv l’ha accusata di «avergli fatto credere di essere indemoniato». Testimonianza, quella dell’ex compagna di Simone, ex guardia giurata, che si aggiunge a quella dell’altra figlia di Giuseppe e Renata. Così come sono stati ascoltati i vicini di casa dei due che su una cosa si sono trovati d’accordo confermando una ipotesi già esaminata da tempo dagli investigatori e cioè che le condizioni di salute dell’ex marito ormai da tempo non gli consentirebbero più di guidare.
Particolare non di poco conto nella ricostruzione dei fatti visto che il figlio sostiene, invece, che sia stato il padre ad accompagnare la mamma a Loreto e a lasciarla qui percorrendo non l’A14 ma la statale 16. Il 9 ottobre Renata Rapposelli era andata a Giulianova proprio per incontrare ex marito e figlio. Ma, racconta sempre Simone, in casa c’è stata una lite per questioni legate ai soldi, in particolare ad un assegno di mantenimento della donna. E proprio dopo aver assistito al litigio Simone avrebbe chiesto al padre di riaccompagnarla in auto ad Ancona, la città in cui la donna si era trasferita ormai da anni. Ma l’ultima traccia della pittrice gli investigatori la trovano a Giulianova e non a Loreto. Perchè è nella cittadina della costa teramana che il telefono cellullare di Renata viene agganciato per l’ultima volta prima di diventare irraggiungibile. Giulianova e non Loreto.«Renata non aveva nessun motivo di sparire» ripetono gli amici di Ancona, in particolare quelli che il 16 ottobre, dopo non averla sentita per giorni, hanno presentato la denuncia di scomparsa ai carabinieri.
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