la storia della sim fly
A Castel di Sangro la scuola nazionale e un museo
CASTEL DI SANGRO. L’Abruzzo vanta anche una Scuola italiana di pesca a mosca. Si trova a Castel di Sangro e nell’estate scorsa ha festeggiato il suo 25esimo anniversario dalla fondazione. È stata una...
CASTEL DI SANGRO. L’Abruzzo vanta anche una Scuola italiana di pesca a mosca. Si trova a Castel di Sangro e nell’estate scorsa ha festeggiato il suo 25esimo anniversario dalla fondazione. È stata una delle prime realtà a nascere in Italia, all'alba della diffusione della pratica no kill della pesca in acque di fiumi, di laghi e di mare: la pratica è chiamata anche catch & release perché, nel rispetto dell'ambiente, i pesci catturati vengono subito rilasciati in quanto pescati con amo privo di ardiglione, che non li ferisce. La Scuola (S.i.m. Fly) ha sede sociale a Pescara ma opera a Castel di Sangro, dove dal 2000 l'ex convento della Maddalena ospita il Museo internazionale della pesca a mosca “Stanislao Kuckiewicz”, unico in Italia e gemellato con altri musei simili nel mondo. Qui sono custodite le opere donate da decine di artisti in occasione delle estemporanee coordinate da Lino Alviani e dedicate a questo sport. Della S.i.m. esistono fiduciari regionali in tutta Italia, con una sede decentrata in Svizzera e ambasciate a San Marino, Francia, Usa e persino Giappone e Australia. Castel di Sangro ogni estate diventa il fulcro del S.i.m. Fly Festival, richiamando costruttori di canne e di esche e istruttori di lancio da tutto il mondo, che passano le giornate sul fiume Sangro nel pieno rispetto della fauna e dell'ambiente. In occasione del Festival 2012 è stato lanciato il progetto di turismo ecosostenibile “Le strade della pesca a mosca”: la creazione di un network di servizi in un itinerario ideale, che sia in grado di guidare e assistere gli appassionati di pesca a mosca. Il fiume Sangro e Castel di Sangro sono inseriti in una rete che comprendono il Sele nel comune di Contursi Terme (Sa), il Tevere a San Sepolcro (Ar), il Nera a Spoleto (Pg), e il Volturno a Colli al Volturno (Is). «Contro lo spopolamento dei territori la Scuola propone lo sviluppo di nuovi indotti economici, come il turismo sportivo-culturale, per dare agli abitanti dei motivi in più per restare» spiega Osvaldo Galizia, presidente dell'associazione Scuola italiana di pesca a mosca «occorre integrare il patrimonio esistente con un network che metta in rete energie, requisiti e risorse finalizzate allo sviluppo di una nuova economia. Ci sono tutte le carte in regola per attirare l'attenzione dei pescatori a mosca: se ne stimano tra i 20mila e i 30mila solo in Italia, e oltre 150mila in Europa».
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